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PITTORI: Francesco Botticini

Monica prega per il figlio Agostino di Francesco Botticini a Firenze, Galleria dell'Accademia

Monica prega per il figlio

 

 

FRANCESCO BOTTICINI

1470-1475

Firenze, Galleria dell'Accademia

 

Monica prega per la conversione del figlio

 

 

 

Il soggetto non è molto diffuso, ma è particolarmente interessante in quanto fa riferimento ai ricordi di Agostino, che sono descritti nel libro 9 delle Confessioni, dove il santo ricorda i pregi della madre. La preghiera era comunque una prerogativa e una qualità di Monica che Agostino ricorda in più occasioni, sia all'indomani della sua partenza da Cartagine, sia durante il suo soggiorno milanese, allorché Monica si incontrava con Ambrogio. La raffigurazione di Vanni Lippi ricorda altresì le intense preghiere che si levarono probabilmente nel rus Cassiciacum, dove madre e figlio si ritirarono con alcuni amici per meglio prepararsi al battesimo.

 

E un altro responso mi hai dato a quell'epoca, che ora torna alla memoria (molte cose tralascio nella fretta di arrivare a ciò che più mi preme confessarti, e molte altre non le ricordo). Un responso, dunque, dato attraverso un tuo sacerdote, un vescovo allevato nella chiesa ed esperto dei tuoi libri. Quando quella donna lo pregò - come era solita fare con tutte le persone che le parevano adatte allo scopo - perché si degnasse di parlare con me e di confutare i miei errori e di distogliermi dalle male dottrine per insegnarmi quelle giuste, quello rifiutò, e saggiamente, come capii più tardi. Rispose infatti che ero ancora sordo a ogni insegnamento, perché tutto gonfio della novità di quell'eresia, e con le mie sottigliezze avevo già messo in agitazione parecchi sprovveduti, come aveva saputo da lei.

"Ma," disse, "lascialo stare dov'è. Prega soltanto il Signore per lui. Troverà da solo, leggendo, che errore sia quello e quanto grande la sua empietà". Poi le raccontò come anche lui da ragazzino fosse stato affidato ai Manichei da sua madre, che ne era rimasta affascinata, e disse che non solo aveva letto quasi tutti i loro libri, ma se li era anche trascritti, e mentre lo faceva gli si era reso evidente, senza che nessuno discutesse con lui e cercasse di convincerlo, che bisognava fuggirla, quella setta. E così aveva fatto. Ma lei nonostante queste parole non voleva rassegnarsi e insisteva, con implorazioni e lacrime sempre più abbondanti, perché mi vedesse e parlasse con me: e quello, che ormai non ne poteva più, concluse: "Lasciami in pace e continua a vivere così, non è possibile che il figlio di tante lacrime perisca".

Parole che ella, nelle nostre conversazioni, ricordava spesso di aver accolto come se fossero risuonate dal cielo.

AGOSTINO, Confessioni 3, 12, 21

 

Botticini nella stessa composizione ha dipinto pure sant'Agostino in abiti vescovili.

Botticini ha posto adeguatamente in luce santa Monica anche nella Pala di Santo Spirito a Firenze: nella predella vi ha figurato il matrimonio della santa, Monica che prega per la conversione del figlio, la partenza di Agostino per Roma, Monica che conversando con il figlio a Ostia ha la visione del Redentore, i funerali della santa. Botticini ha inoltre rappresentato Agostino anche in un pannello della Pala Rucellai alla National Gallery di Londra. Vi compare nella scena della apparizione di san Girolamo e il Battista che trae ispirazione dal Divino Transito del glorioso sancto Hieronimo edito a Firenze nel 1490.

Sembra che l'artista vi abbia cronistoriato due eventi distinti: Agostino nello scrivere una lettera a san Girolamo viene colpito da una luce improvvisa e poi una voce gli riferisce essere l'anima del santo anacoreta appena morto. Quella stessa sera Agostino aveva iniziato una lettera per lui, quando, addormentatosi, ha la visione di Gerolamo con due corone, e di Battista, con tre corone, come martire.

 

 

Francesco Botticini (1446-1498)

Botticini è pittore toscano quattrocentesco che ha lavorato spesso in Firenze, lasciandovi pregevoli opere. Francesco fondò un'importante bottega pittorica fiorentina nella quale lavorò anche il figlio Raffaello. Figlio di Giovanni di Domenico, pittore di "naibi" (carte da gioco), fu discepolo di Neri di Bicci, ma nella sua formazione intervennero anche Botticelli, Filippino Lippi, Verrocchio, il Pollaiolo e Andrea del Castagno. Secondo la critica i Botticini (sia Francesco che Raffaello) si limitarono ad imitare i grandi maestri dei quali si avverte l'influenza nelle loro opere. Di grande interesse iconografico agostiniano sono le sue opere tese a porre adeguatamente in luce santa Monica. Botticini ha anche rappresentato Agostino in un pannello della Pala Rucellai alla National Gallery di Londra.

Sempre in ambito di committenza agostiniana oltre a santa Monica in trono con le suore agostiniane, Botticini dipinse un sant'Agostino e una santa Monica, oggi conservati a Firenze, alla Galleria dell'Accademia. Sia la tavola con Sant'Agostino che quella con Santa Monica misurano cm 171 x 51. La provenienza ci è ancora ignota, ma l'iconografia ci suggerirebbe una committenza da parte di un convento agostiniano. La datazione più probabile sembra essere quell'arco di tempo compreso tra il 1470 e il 1475, poco prima del trasferimento a Empoli per la realizzazione di una cospicua serie di opere.