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PITTORI: Matteo di Giovanni di Bartolo

La scena del tolle lege nel giardino di Milano

La scena del tolle lege nel giardino di Milano

 

 

MATTEO DI GIOVANNI DI BARTOLO

1470-1480

Firenze, Villa Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, Collezione B. Berenson

 

La scena del tolle lege nel giardino di Milano

 

 

 

La tavoletta riprodotta si riferisce ad uno scomparto di predella e raffigura la scena del Tolle lege e dela conversione di sant'Agostino. Alta cm 41 e larga 38, la tavoletta è opera di Matteo di Giovanni di Bartolo che la dipinse nella seconda metà del Quattrocento. Altri critici d'arte preferiscono accostare l'opera alla figura del pittore Cozzarelli Guidoccio. Il dipinto è conservato a Firenze nelle collezioni di Villa Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies collezione Bernard Berenson.

La scena ci presenta un giovane Agostino in abiti non religiosi, seduto sotto un albero intento a leggere un libro, mentre di fronte a lui, Monica, inginocchiata in preghiera, lo sta osservando. Il giardino boscoso milanese è abbellito da piante ornamentali e sullo sfondo si alza poderoso un edificio di stile rinascimentale alle spalle di Monica. Dall'alto dell'edificio scendono raggi luminosi a colpire il capo di Agostino, a indicare simbolicamente l'intervento della grazia divina che provoca la sua conversione.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Nella scena immaginata dall'autore Agostino è seduto sotto una pianta in un giardino accanto ad una casa, dove lo stesso santo abitava. Un raggio di luce illumina la sua mente scendendo dall'alto del cielo.

Dinanzi gli sta sua madre Monica inginocchiata in atto di preghiera con le mani giunte. La santa indossa gli abiti delle monache agostiniane.

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

Matteo di Giovanni

Matteo di Giovanni fu attivo a Siena nella seconda metà del Quattrocento è noto per l'amicizia che lo legò a Giovanni di Pietro fratello del Vecchietta. Verso il 1452 è attestata la sua presenza a Borgo San Sepolcro per il completamento di un polittico di Piero della Francesca. Al periodo giovanile della sua attività di pittore risalgono un polittico, ora nel Museo di Asciano e due tavole dipinte per il Duomo di Pienza dove manifesta la conoscenza della visione cromatica e compositiva di Antonio del Pollaiolo e Liberale da Verona.

Tra il 1460 e il 1470 esprime il periodo più fecondo della sua arte, la cui espressione è attestata in diverse opere che eseguì per le chiese senesi. Nella piena maturità si dedicherà ad una pittura che valorizza la miniatura, anche di piccolo formato, influenzata dall'opera di Sano di Pietro. In tarda età le sue composizioni abbandoneranno il rigore spaziale per dilatarsi in spazi al limite dell'astrazione e caratterizzati da una dilatazione volumetrica.