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PITTORI: Michael Pacher

Agostino e il libro dei Vizi di Michael Pacher

Agostino e il libro dei Vizi

 

 

MICHAEL PACHER

1480

Monaco di Baviera, Alte Pinakothek, dal monastero di Novacella

 

Agostino, il Diavolo e il Libro dei Vizi

 

 

 

L'opera, il cui soggetto è piuttosto raro nella iconografia agostiniana, è oggi conservata a Monaco alla Alte Pinakothek e fa parte di un ciclo di grande interesse che costituiva una parte dell'altare dedicato a sant'Agostino nel monastero di Novacella. La struttura del quadro rivela l'impronta stilistica di Pacher: l'autore si mostra ben aggiornato sugli sviluppi della cultura umanistica e della rappresentazione prospettica, poiché ambienta la scena nella via principale di una tipica cittadina delle Alpi, con tetti spioventi e i caratteristici balconi a sporto. Il fondo stradale è di semplice terra battuta: la città di Pacher coincide con la semplicità e la serenità di un borgo agricolo tirolese in un bel pomeriggio estivo. Le arcate sullo sfondo servono a scandire in profondità la prospettiva urbana, individuando un luogo piacevole per il passeggio, l'incontro e il riposo.

In un siffatto ambiente si snoda una scena drammatica che viene ingentilita dalla gigantesca figura di Agostino, capace di ammansire il demonio. L'episodio ha origini medioevali e si riferisce a un testo della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (XIII sec.): "Si legge che un giorno, mentre S. Agostino era ancora in vita, vide passare il demonio con sulle spalle un gran libro e gli domandò che cosa ci fosse scritto. il demonio rispose che c'erano scritti i peccati di tutti gli uomini, e S. Agostino gli chiese di vedere che cosa ci fosse scritto a carico suo. Cercarono parecchio ed alla fine trovarono che c'era scritto che una volta non aveva recitato compieta.

Più tardi il demonio, chiuso il libro, se ne andò e S. Agostino si recò in chiesa dove con molta devozione recitò compieta. Più tardi il demonio passò di nuovo ed il santo gli chiese di rivedere il libro. Lo sfogliarono tanto, ma trovarono che il peccato ascritto a S. Agostino era stato cancellato. Il diavolo allora, inquieto, gli disse: - Tu mi hai bene ingannato e sono tanto dispiacente di averti mostrato il libro dove era scritto un peccato che tu hai cancellato con le tue preghiere. E se ne andò confuso." La scena è stata ripresa anche dai Maestri campionesi (1362: Pavia, S. Pietro in Ciel d'Oro); dall'Anonimo di Carlisle (1484-1507: Carlisle, Stalli del Coro della Cattedrale); da Ganassini Marzio (1605-1610: Viterbo, chiesa della SS. Trinità) e da Pacheco Basilio (1644-1646: Lima, Monastero degli Eremitani).

 

 

Michael Pacher

Nato forse a Novacella (Neustift) presso Bressanone o a Brunico, intorno al 1435, questo pittore eseguì diverse Pale d'Altare e lavorò per la Chiesa dell'Abbazia di Novacella, un monastero agostiniano, dove fu sempre vivo un culto ad Agostino come padre spirituale dei canonici che reggevano il complesso abbaziale. Sulla vita di Michael Pacher si possiedono poche notizie sicure, perlopiù ricavate da documentazione indiretta, come fatture, contratti e ricevute di vario tipo.

Dopo avere iniziato, tra il 1443 e il 1445, il suo apprendistato nelle botteghe della città vecchia (Stadtgasse), e avere completato il primo ciclo di quattro anni di formazione, si recò, come era uso allora, a perfezionarsi per un paio d'anni altrove. Intorno al 1450 lo si trova a Padova, dove entra in contatto con l'arte di Jacopo Bellini, Donatello ed Andrea Mantegna. Il periodo italiano ed i contatti avuti con questi importanti artisti, segneranno tutta la sua produzione artistica successiva. Rientrato a Brunico, dove ottenne la cittadinanza e il titolo di maestro d'arte, si sposò con Ottilia (di cui si ignora il cognome), da cui ebbe almeno un figlio, Hans, che seguì le sue orme come artista, e una figlia, Margarete.

Tra gli allievi della sua scuola vi fu anche un Friedrich Pacher che è conosciuto come artista di valore, ma non è chiaro se e in che modo sia imparentato con lui. Nel 1467 fu nominato prevosto dell'abbazia di Novacella Leonhard Pacher, che forse era parente del pittore Michael. Sotto la sua direzione il monastero conobbe un periodo di imponente attività edilizia e una grandiosa fioritura artistica.

Verso il 1471 deve aver compiuto un viaggio nelle Fiandre dato che si ha notizia di suoi contatti con artisti fiamminghi del tempo. Si hanno anche indizi di un suo soggiorno alla corte ducale di Mantova, forse su chiamata dei Gonzaga. Negli ultimi tre anni di vita si stabilì a Salisburgo, dove operò e concluse la sua esistenza: muore infatti nell'agosto 1498 in questa città o comunque nel territorio della sua diocesi e viene considerato uno dei maestri più importanti del tardogotico austriaco.

Partito dallo stile dei maestri sudtirolesi, intorno al 1450 Michael Pacher perviene, sotto l'influsso di Hans Multscher e della scuola del Norditalia, in particolare dello scultore Donatello e del pittore Andrea Mantegna, ad un linguaggio artistico nuovo per i territori di lingua tedesca. Plasticità, espressione intensa e gesti eloquenti caratterizzano le sue figure. Il suo modo di trattare luci e ombre conferisce alle sue immagini un un aspetto realistico. Egli unisce idealmente scultura lignea e pittura. Le opere più conosciute di Michael Pacher sono le sue preziose pale d'altare, tra cui: il Flügelaltar di san Lorenzo nella chiesa di San Lorenzo vicino a Brunico, il Flügelaltar di Maria per la chiesa parrocchiale di Gries presso Bolzano il trittico di Sankt Wolfgang im Salzkammergut (detto Pacher-Altar) e il Flügelaltar dei Padri della Chiesa per il Monastero di Novacella presso Bressanone, oggi conservato nell'Alte Pinakothek di Monaco che stiamo analizzando. Solo il Flügelaltar di St. Wolfgang si è conservato per intero. Notevoli esempi di affreschi del Maestro si possono trovare nella importante Basilica romanica benedettina di S. Paolo a Lavanttal in Carinzia. In essi Pacher rappresenta un ciclo di raffigurazioni di santi all'interno di volte gotiche, che avevano sostituito i soffitti piatti romanici dopo un incendio. Molte sue opere minori spesso riconducibili alla sua scuola, sono disseminate in diversi paesi del Sudtirolo, in Austria nelle regioni del Tirolo, del Salisburghese e della Carinzia ed in Germania in alcune zone della Baviera.