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Incoronazione della Vergine con Agostino e Guglielmo
LANFRANCO GIOVANNI
1616
Parigi, Museo del Louvre
Incoronazione della Vergine con Agostino e Guglielmo
Il quadro, conservato al Museo del Louvre, viene attribuito a Lanfranco, e ricorda da vicino quello che si trova nella Cappella di S. Guglielmo e pare che ne sia o una copia o una prova. Il soggetto del quadro ricorda san Guglielmo: un passo del biografo Passeri lo segnala così: vi ha dipinto il santo vescovo Guglielmo, il quale essendo stato percosso dai demoni è miracolosamente guarito dalla Vergine con l'olio di una lampada accesa davanti alla sua sacra immagine con l'assistenza di santa Caterina vergine e martire. Il quadro dell'altare non è molto grande, ma egli vi ha situati in proporzione Agostino (con il saio nero) e Guglielmo vescovo in atto di adorare il gran mistero della SS. ma Trinità, che sta in alto in un abisso luminoso d'una gloria incompresa. L'opera fu ripresa da un anonimo a Cartoceto.
L'evento dell'Incoronazione della Vergine è descritto come immediatamente successivo a quello dell'Assunzione in cielo, grazie a cui, secondo l'interpretazione di San Gerolamo, Maria viene condotta fino al trono di Dio. Questo soggetto solitamente costituisce la scena finale dei cicli dedicati alla Madonna, dopo la morte e l'ascesa al cielo. Come tema dotato di vita propria è apparso per la prima volta nell'arte gotica, dapprima scolpito sui portali delle cattedrali, poi dipinto sulle pale d'altare destinate a luoghi di culto posti sotto il patronato della Vergine. Solitamente la cerimonia è officiata da Cristo, che pone la corona in capo alla Madre seduta sullo stesso trono o inginocchiata davanti a lui. Frequenti sono tuttavia anche le immagini in cui solo il Padre Eterno incorona Maria o quelle che raffigurano il Padre Eterno e il Figlio uniti in Trinità con lo Spirito Santo.
La scena in genere avviene al cospetto della corte celeste ed è spesso affollata: il gruppo principale è di solito attorniato da angeli musicanti, santi, beati, martiri, patriarchi. I santi presenti in queste rappresentazioni assumono lo stesso ruolo e significato che hanno nelle sacre conversazioni. Agostino è raffigurato in basso a destra nelle sue vesti episcopali mentre torce il capo per guardare l'apparizione della Vergine. Parzialmente stempiato, il santo presenta una folta e densa barba. Le braccia sono aperte in segno di accoglienza. Ai suoi piedi un bambino-angelo sta sfogliando un grosso libro e alza lo sguardo in direzione di Agostino.
Giovanni Lanfranco
Nato a Terenzo, presso Parma nel 1582 e morto a Roma nel 1647, Lanfranco fu tra gli artisti più significativi del barocco romano. Studiò presso Agostino Carracci a Parma con il quale partecipò alla decorazione del Palazzo del Giardino a Parma. Dopo la morte di Agostino, fu inviato dal duca Ranuccio Farnese a Roma per studiare presso Annibale Carracci, con il quale lavorò per la realizzazione della decorazione della Galleria Farnese. Collaborò anche con Guido Reni per la decorazione di San Gregorio al Celio. Nel primo decennio del XVII secolo Lanfranco cominciò a farsi conoscere a Roma, dove avrebbe svolto la maggior parte della sua attività. La popolarità del drammatico stile barocco di Lanfranco è dovuta soprattutto agli affreschi eseguiti nella principali chiese romane. Dopo la morte di Annibale, nel 1609, tornò per qualche tempo in Emilia ma nel 1612 circa ritornò a Roma, dove gradualmente soppiantò il grande avversario Domenichino come più importante affreschista della città. Il loro lavoro può essere messo a confronto nella chiesa di Sant'Andrea della Valle; Domenichino dipinse l'abside e i pennacchi della cupola, ma Lanfranco fu ricompensato con l'incarico dell'Assunzione della Vergine (1625-1627) all'interno della cupola. L'affresco è una delle opere chiave dell'arte barocca e segnò la fine del dominio del classicismo della scuola bolognese a Roma. Lanfranco esercitò una vasta influenza, ispirando direttamente artisti napoletani come Mattia Preti, Francesco Solimena e Luca Giordano. La pittura da cavalletto di Lanfranco è molto meno rinomata ma egli creò splendide opere anche in questo campo. Particolarmente degne di nota sono l'Estasi di santa Margherita da Cortona (1622, Pitti, Firenze) e Maria Maddalena portata in cielo dagli angeli (1605 circa presso il Museo di Capodimonte a Napoli), un dipinto originalissimo nel quale la santa in estasi è trasportata dagli angeli in volo su una veduta poetica ed evocativa della campagna romana.
Ispirandosi direttamente alle grandi cupole correggesche, giunse a impianti spaziali dominati dallo scorcio e dal dinamismo delle masse, arrivando alla realizzazione di uno dei suoi capolavori: la decorazione della cupola di S. Andrea della Valle che gli diede grande fama e prestigiose commissioni come la decorazione della chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, dove si trasferì dal 1634 al 1647. Sempre a Napoli dipinse i cicli di affreschi per la Certosa di San Martino ed eseguì la decorazione della cupola di San Gennaro (il Duomo). Giovanni Lanfranco morì a Roma nel 1647.