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PITTORI: De Mura Francesco

Agostino cardioforo

Agostino cardioforo

 

 

DE MURA FRANCESCO

1696-1784

Napoli, Quadreria del Pio Monte della Misericordia

 

Agostino cardioforo

 

 

 

L'opera di Francesco De Mura si trova nella Quadreria del Pio Monte della Misericordia a Napoli ed è un tipico esempio dell'arte barocca dove l'iconografia agostiniana esprime un tema caro al gusto e alla spiritualità del tempo.

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3

 

 

Francesco De Mura

Nasce a Napoli nel 1696 e vi muore nel 1782. Frequentò la bottega di Domenico Viola, e a partire dal 1708 entrò a far parte dello studio di Francesco Solimena, dove rimase fino al 1730. Questa esperienza condiziona la sua tecnica pittorica soprattutto nei dipinti risalenti al periodo 1720-30, tra le quali è da annoverare il Cristo morto in croce con san Giovanni per la Chiesa di San Girolamo alle Monache. Dal 1728, con i dipinti per la Chiesa di Santa Maria Donnaromita, De Mura avviò un percorso pittorico più personale, influenzato dalle tematica arcadiche che si stavano diffondendo nei circoli culturali a Napoli. Dal 1741 al 1743 si trasferì a Torino dove conobbe l'architetto barocco Filippo Juvara, il pittore Corrado Giaquinto e l'architetto Benedetto Alfieri. Tornato a Napoli la sua opere ebbe un largo riconoscimento. De Mura mantenne contatti con diversi artisti attivi soprattutto a Roma, in particolare con il pittore francese Pierre Subleyras. La sua tecnica cromatica influenzò i contenuti del classicismo-rococò del Settecento napoletano. Alla sua morte lasciò tutte le opere e i bozzetti in suo possesso alla storica istituzione di Carità del Pio Monte della Misericordia di Napoli.