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PITTORI: Diziani Gspare

Sant'Agostino sconfigge le eresie

Sant'Agostino sconfigge le eresie

 

 

DIZIANI GASPARE

1730-1732

Venezia, Galleria dell'Accademia

 

Sant'Agostino sconfigge le eresie

 

 

 

La tela di Diziani propone un tema classico nella iconografia agostiniana, che tratta l'azione forte e potente del santo per contrastare l'azione delle teorie eretiche all'interno della Chiesa cattolica. La tela è di notevoli dimensioni e misura 258 cm in altezza e 123 in larghezza. Agostino è il personaggio principale che occupa centralmente la scena. Sotto di lui è disteso chino un uomo dalle spalle nude che rappresenta simbolicamente l'eresia e l'eretico sconfitto. Un angelo sopra di lui gli spruzza un vapore, quasi volesse tramortirlo. Il santo è seduto sopra una nuvola e regge con la mano sinistra un grande libro dalle pagine aperte. Indossa i suoi paramenti da vescovo, mentre mitra e bastone pastorali, simboli della sua dignità episcopale sono tenuti fra le mani da due angioletti alla sua destra. La mano destra di Agostino si leva con delicatezza verso l'alto proprio come lo sguardo del suo volto che cerca nel cielo la presenza della divinità, che gli appare in gloria in un globo luminoso attorniato da alcuni angeli.

L'opera era destinata al Convento dei Canonici Lateranensi di Venezia, da dove è stato tratto per custodirlo alla Galleria dell'Accademia.

Da Canal nel 1732 nel descrivere il dipinto si esprime in questi termini: "Gasparo Diziani apprese dal Lazzarini que' buoni lumi, che sono necessarj a buon professore, avendo prima però apparati in patria i principj del disegno. Certo che ne riportò sommo vantaggio; quantunque abbia una maniera del tutto diversa, cioè risoluta e veloce sul gusto del Tintoretto."

L'attenzione dell'artista in questa circostanza sembra infatti rivolgerai a Tintoretto piuttosto che a Veronese, cogliendo nel suo luminismo quella fluorescenza che specialmente negli sfondi paesistici anima le sue composizioni. L'arte di Diziani si caratterizza in tal modo con una grafia tempestosa del pennello con tanti tocchi irrequieti al punto che le sue figure appaiono come tagliate da contorni duri e nervosi.

 

 

 

Gaspare Diziani

Gaspare Diziani o De Cian nacque a Belluno nel 1689 figlio di Giuseppe e di Giustina Lina. Ebbe come primo maestro il pittore locale Antonio Lazzarini, un mediocre pittore bellunese. Si trasferì poi a Venezia nella bottega di Gregorio Lazzarini e successivamente in quella di Sebastiano Ricci (1709-1711).

Sorretto da una notevole facilità esecutiva, nel secondo decennio del Settecento iniziò una prolifica attività dipingendo opere a carattere sacro, decorazioni in residenze private e scenografie teatrali. Nel 1717 accompagnò a Monaco di Baviera e Dresda lo scenografo Alessandro Mauro, con cui collaborò presso vari teatri. Nel 1720 tornò a Venezia, dove rimase fino al 1726, quando, su invito del cardinale Pietro Ottoboni, si trasferì a Roma per lavorare in S. Lorenzo in Damaso.

Nel 1727 realizzò l'Estasi di san Francesco in S. Rocco a Belluno, che è considerato il suo primo dipinto firmato e datato. Tra il 1750 e il 1751 lo troviamo a Bergamo, dove affrescò il soffitto di S. Bartolomeo. Fra il 1755 e il 1758 decorò alcune stanze di Ca' Rezzonico a Venezia, dove nel 1760 eseguì alcune tele per la chiesa del Carmine e per la scuola di S. Giovanni Evangelista. La frequenza delle commissioni testimoniano come dal 1740 Diziani fosse considerato uno tra i principali interpreti della pittura di figura veneziana. In particolare era apprezzato per il suo linguaggio semplice quanto raffinato e contraddistinto da un vibrante cromatismo. Nel 1755 fu tra i fondatori dell'Accademia veneziana di pittura, diventandone presidente nel periodo 1760-1762. Morì improvvisamente a Venezia nel 1767. Anche i figli Antonio e Giuseppe divennero pittori paesaggisti, di cui si ricordano gli affreschi della villa Barbini a Casella d'Asolo.

La sua intensa produzione è attestata anche in Friuli, dove si conserva un consistente nucleo di dipinti. Ne troviamo nel duomo di San Vito al Tagliamento (Madonna del Carmine con i santi Giuseppe e Nicolò e l'Immacolata tra i santi Francesco da Paola e Sebastiano del 1750 circa); nella parrocchiale di Prodolone (la Visitazione del 1750 circa); nella parrocchiale di Colloredo di Monte Albano (Annunciazione); nella chiesa di S. Pietro ai Volti di Cividale del Friuli (la Vergine adorata da quattro frati cappuccini); nel duomo di Tolmezzo (Madonna con il Bambino, santi e le anime del Purgatorio)  e nella parrocchiale di Codroipo (San Giuseppe che appare ai santi Giovanni Evangelista, Pietro e Giovanni Battista).