Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Diziani GasparePITTORI: Diziani Gaspare
Agostino e san Gerolamo
DIZIANI GASPARE
1735-1740
Belluno, Collezione Agosti
Agostino e san Gerolamo
Questa piccola tela appartiene al genere di immagini sacre destinate alla pietà privata, a cui Gaspare Diziani non disdegnava di applicarsi in allestimenti poco variati di tipologie. Ne abbiamo una prova dal confronto con alcune sue opere di questo genere, come ad esempio i "Santi Antonio e Filippo Neri" del Museo Civico di Treviso, la tela con "San Rocco" in una collezione privata padovana, o "I Santi Carlo Borromeo e Filippo Neri". Anche questo dipinto de "I Santi Girolamo e Agostino", già della collezione Agosti di Belluno, non si allontana da questa impostazione. Sono tutte opere da collocare esecutivamente entro gli anni '40, a cominciare dal «San Rocco», risolto cromaticamente nel grigioverde e nel rosso-arancione del mantello e nell'azzurro della veste, accosciato nell'incavo della roccia a ridosso della spiaggia aperta sul mare trascorso da due barche a vela. Il colorismo è veramente prossimo al fare largo e bambagioso degli affreschi di Palazzo Spineda di Treviso del 1748. Negli esemplari di questo tipo di pittura devozionale appare miniaturizzata la enfatica serietà sacrale delle grandi pale d'altare, allietata dalle fresche notazioni rococò dei personaggi raffigurati e degli angeli.
In questa tela, a Gerolamo seduto seminudo su una sedia a sinistra mentre è intento a scrivere, si contrappone la figura di Agostino ritto in piedi con lo sguardo fisso verso lo spettatore. Il santo, dall'aspetto vegliardo, con una foltissima barba, indossa i suoi paramenti episcopali con la mitra in testa e il bastone pastorale stretto nella mano sinistra. Con la mano destra Agostino regge un libro che appoggia al proprio fianco.
Gaspare Diziani
Gaspare Diziani o De Cian nacque a Belluno nel 1689 figlio di Giuseppe e di Giustina Lina. Ebbe come primo maestro il pittore locale Antonio Lazzarini, un mediocre pittore bellunese. Si trasferì in seguito a Venezia nella bottega di Gregorio Lazzarini e successivamente in quella di Sebastiano Ricci (1709-1711).
Sorretto da una notevole facilità esecutiva, nel secondo decennio del Settecento iniziò una prolifica attività dipingendo opere a carattere sacro, decorazioni in residenze private e scenografie teatrali. Nel 1717 accompagnò a Monaco di Baviera e Dresda lo scenografo Alessandro Mauro, con cui collaborò presso vari teatri. Nel 1720 tornò a Venezia, dove rimase fino al 1726, quando, su invito del cardinale Pietro Ottoboni, si trasferì a Roma per lavorare in S. Lorenzo in Damaso.
Nel 1727 realizzò l'Estasi di san Francesco in S. Rocco a Belluno, che è considerato il suo primo dipinto firmato e datato. Tra il 1750 e il 1751 lo troviamo a Bergamo, dove affrescò il soffitto di S. Bartolomeo. Fra il 1755 e il 1758 decorò alcune stanze di Ca' Rezzonico a Venezia, dove nel 1760 eseguì alcune tele per la chiesa del Carmine e per la scuola di S. Giovanni Evangelista. La frequenza delle commissioni testimoniano come dal 1740 Diziani fosse considerato uno tra i principali interpreti della pittura di figura veneziana. In particolare era apprezzato per il suo linguaggio semplice quanto raffinato e contraddistinto da un vibrante cromatismo. Nel 1755 fu tra i fondatori dell'Accademia veneziana di pittura, diventandone presidente nel periodo 1760-1762. Morì improvvisamente a Venezia nel 1767. Anche i figli Antonio e Giuseppe divennero pittori paesaggisti, di cui si ricordano gli affreschi della villa Barbini a Casella d'Asolo.
La sua intensa produzione è attestata anche in Friuli, dove si conserva un consistente nucleo di dipinti. Ne troviamo nel duomo di San Vito al Tagliamento (Madonna del Carmine con i santi Giuseppe e Nicolò e l'Immacolata tra i santi Francesco da Paola e Sebastiano del 1750 circa); nella parrocchiale di Prodolone (la Visitazione del 1750 circa); nella parrocchiale di Colloredo di Monte Albano (Annunciazione); nella chiesa di S. Pietro ai Volti di Cividale del Friuli (la Vergine adorata da quattro frati cappuccini); nel duomo di Tolmezzo (Madonna con il Bambino, santi e le anime del Purgatorio) e nella parrocchiale di Codroipo (San Giuseppe che appare ai santi Giovanni Evangelista, Pietro e Giovanni Battista).