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PITTORI: Francisco de Goya

Agostino vescovo col cuore fiammante

Agostino vescovo col cuore fiammante

 

 

FRANCISCO DE GOYA

1781-1785

Madrid, collezione Manuel Monjardin

 

Agostino vescovo col cuore fiammante

 

 

 

L'opera, una piccola tavoletta su olio, delle dimensioni 24 x 18 cm fu dipinta da Goya fra il 1781 e il 1785. Attualmente è conservata a Madrid in una collezione privata. Nel periodo in cui compose l'opera Goya fu incaricato da Carlo III di decorare un altare della chiesa di san Francisco el Grande. E' in questo periodo che gli nascono la figlia Ermenegilda e il figlio Francisco. Nel 1985 viene nominato direttore aggiunto dell'Accademia. La figura di Agostino è maestosa e si erge in piedi a fianco di un edificio con sullo sfondo un'ampia pianura che dà respiro alla scena. Agostino regge con la mano destra un cuore fiammante. L'espressione è assorta.

 

Francisco de Goya (1746, Fuendetodos - 1828, Bordeaux)

Goya è forse l'artista del passato che più di ogni altro affascina la sensibilità contemporanea. In lui vediamo delle fonti di numerose esperienze artistiche del nostro tempo. La sua arte ha una immensa forza creativa, che ha saputo trascendere le circostanze storiche e geografiche, mostrando una efficace capacità di rispecchiare l'uomo di ogni tempo. Le sue opere spaziano in una grandiosa varietà di soggetti dal sociale al religioso.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3