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PITTORI: Thadeus Kuntze

Sant'Agostino vescovo nella gloria di Thadeus Kuntz

Sant'Agostino vescovo nella gloria

 

 

THADEUS KUNTZ

1732-1793

Soriano al Cimino (Viterbo), chiesa della SS. Trinità

 

Apoteosi di sant'Agostino

 

 

 

L'artista polacco ha lasciato un bell'affresco nella Chiesa della SS. Trinità a Soriano nel Cimino nel viterbese: vi è raffigurata l'apoteosi del santo. Agostino è seduto in cima a una scala: ai suoi piedi rotolano gli eretici sotto la sferza della sua penna e del bastone pastorale azionato da un angioletto. Al di sopra una visione del Paradiso che fa perno sulla Croce di Cristo e sul calice con il suo sangue: Iddio Onnipotente dall'alto di una nuvola approva con un ampio gesto della mano destra.

Agostino è qui raffigurato come vescovo, ma indossa la nera tunica dei monaci agostiniani, secondo un costume assai diffuso nell'Ordine che in tal modo voleva sottolineare la sua diretta dipendenza dal santo e dalle sue esperienze di vita comunitaria in Africa. Lo stesso autore dipinse un Battesimo del santo nella chiesa di S. Stefano di Cave.

Tadeusz Kuntze fu discepolo di Corrado Giaquinto e abitò a lungo a Roma, dove verso il 1770 ospitò, nella propria casa, Francisco Goya che si era recato nella città eterna per dimenticare le delusioni spagnole e raffinare la sua arte con il confronto con la pittura italiana.

A Soriano al Cimino è nota la presenza agostiniana almeno dal Seicento. Poco oltre la grande Collegiata di san Nicola da Bari, patrono della città, si trova il chiostro della SS. Trinità o di Sant'Agostino, annesso alla chiesa omonima. In questa si trova anche una preziosa tavola del XIV secolo raffigurante la Madonna, detta della Santissima Trinità, donata dal cardinale Egidio da Viterbo nel 1516 al convento dei Padri Agostiniani del Monte Cimino, e qui trasferita nel 1652.

Va ricordata anche la chiesa della SS. Trinità sul Monte Cimino, ormai fatiscente e ridotta ad un cumulo di rovine, situata in uno dei luoghi più suggestivi dell'intero territorio. Dell'unito convento nulla più rimane. La tradizione vuol far risalire la costruzione dell'intero complesso addirittura a Sant'Agostino.

 

 

Taddeo Kuntz

Conosciuto anche come Taddeo Pollacco per le sue origini, nacque a Zielona Gora nel 1727 e morì a Roma nel 1793. da giovane visse a Cracovia con il padre a servizio del Vescovo di quella città Andrea Zaluski. Il vescovo intuì le doti artistiche del ragazzo e lo mandò a Roma per istruirsi. Qui rimase dal 1754 al 1756. Tornò a Roma nel 1765 per dipingere gli affreschi della chiesa di S. Stanislao dei Polacchi, poi si trasferì a Frascati per dipingere alcuni spazi nel Seminario Tuscolano e nel Palazzo Vescovile su commissione del cardinale Duca di York. Stilisticamente fu un seguace di Maratta e di Giaquinto, tanto da essere considerato l'ultimo pittore del Rococò a Roma. I suoi lavori sono conservati anche in alcune ville di Frascati dove decorò alcune sale delle Ville Tuscolane come Villa Parisi. Ad Ariccia affrescò le sale interne della "Locanda Martorelli" con tematiche ricavate dall'Eneide che si legavano direttamente alla storia mitologica della fondazione di Ariccia. Diverse sue opere sono oggi conservate nei musei e nelle chiese di Cracovia, Varsavia e Kock.