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PITTORI: Kuntz Tadeus

Battesimo di Agostino

Battesimo di Agostino

 

 

KUNTZ TADDEO

1765-1780

Cave, chiesa S. Stefano

 

Battesimo di Agostino

 

 

 

Sopra la navata, al centro della volta è collocato l'affresco col battesimo di sant'Agostino, opera di Tadeus Kunzt. Al centro della scena vediamo sant'Ambrogio vescovo di Milano mentre versa l'acqua santa sopra il capo di Agostino inginocchiato davanti al fonte battesimale. Agostino indossa la veste bianca dei catecumeni. Nel piano superiore assistono allo svolgersi della scena la Trinità ed alcuni angioletti che volteggiano portando fra le mani un filatterio con la scritta TE DEUM LAUDAMUS. Questa scritta si riferisce ad una leggenda medioevale secondo la quale, nel corso del battesimo, Agostino e Ambrogio duettano fra loro pronunciando le parole che costituisco la preghiera del Te Deum. Questa, come altre opere d'arte presenti nella chiesa testimonia, l'esistenza di un insediamento agostiniano sul posto che ha lasciato varie tracce nell'espressione iconografica

 

Gli Atti della Visita Pastorale condotta nel 1754 dal cardinale Spinelli attestano che sin dal 1125 nel territorio di Cave esisteva una chiesa dedicata ai santi martiri Stefano e Sabino, detta "santo Stefano vecchio". Nel 1385 questa chiesa venne eretta a parrocchia da Mascia Annibaldi Colonna che la affidò ai Padri Eremitani Agostiniani. Cinquant'anni dopo papa Martino V, che era il Signore di Cave, diede ai frati la facoltà di lasciare la chiesa di santo Stefano fuori delle mura e di costruirne una dentro il centro abitato.

La chiesa superiore e il convento di S. Stefano furono ristrutturati nel Settecento su progetto dell'architetto Nicola Fagiolo, allievo di Vanvitelli. I Padri Agostiniani, lasciarono la parrocchia e il convento nel 1953. Negli Atti della Visita Pastorale del cardinale Spada del 1660 si accenna all'esistenza, sotto la chiesa, di un antico oratorio sotterraneo dove si venerava l'immagine di Cristo Crocifisso.

La chiesa ha una navata unica con sei cappelle laterali e sette altari. Il primo altare a sinistra originariamente era dedicato alla Madonna della Cintura o della Consolazione e la pala d'altare raffigurava S. Agostino e S. Monica. Dopo la seconda guerra mondiale su questo altare è stata collocata una statua della Madonna di Fatima. La seconda cappella, inizialmente dedicata al SS. mo Crocifisso, oggi conserva come pala d'altare il quadro precedente della Madonna della Consolazione affiancata da S. Agostino e Monica. Nella terza cappella, che non ha altare, era un tempo collocato il fonte battesimale con la tela del Battesimo di Gesù, attribuita a Taddeus Kuntz.

La prima cappella di destra è dedicata alla Madonna del Carmine, la cui statua è nota localmente come Madonna dei "Manucchi" o covoni di grano, dato che la sua festa cadeva il 16 luglio. La seconda cappella è dedicata a San Nicola da Tolentino, monaco agostiniano, la cui pala d'altare lo ritrae mentre, morente, riceve dalla Madonna un pane grazie a cui sarebbe guarito. L'ultima cappella era dedicata a san Tommaso da Villanova, vescovo agostiniano celebre per la sua carità.

L'abside è affrescato con l'episodio, collocato tra due finestroni, del martirio di santo Stefano.

 

 

 

Taddeo Kuntz

Conosciuto anche come Taddeo Pollacco per le sue origini, nacque a Zielona Gora nel 1727 e morì a Roma nel 1793. da giovane visse a Cracovia con il padre a servizio del Vescovo di quella città Andrea Zaluski. Il vescovo intuì le doti artistiche del ragazzo e lo mandò a Roma per istruirsi. Qui rimase dal 1754 al 1756. Tornò a Roma nel 1765 per dipingere gli affreschi della chiesa di S. Stanislao dei Polacchi, poi si trasferì a Frascati per dipingere alcuni spazi nel Seminario Tuscolano e nel Palazzo Vescovile su commissione del cardinale Duca di York. Stilisticamente fu un seguace di Maratta e di Giaquinto, tanto da essere considerato l'ultimo pittore del Rococò a Roma. I suoi lavori sono conservati anche in alcune ville di Frascati dove decorò alcune sale delle Ville Tuscolane come Villa Parisi. Ad Ariccia affrescò le sale interne della "Locanda Martorelli" con tematiche ricavate dall'Eneide che si legavano direttamente alla storia mitologica della fondazione di Ariccia. Diverse sue opere sono oggi conservate nei musei e nelle chiese di Cracovia, Varsavia e Kock.