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Tematiche iconografiche agostiniane: Incontra Fausto a Cartagine

Incontra Fausto a Cartagine

Incontra Fausto a Cartagine

 

 

AGOSTINO INCONTRA FAUSTO A CARTAGINE

 

 

 

L'incontro con Agostino non fu dei più fortunati: alle reciproche manifestazioni di stima in pubblico non corrispondeva in realtà nessuna vera simpatia. Fausto che era il grand'uomo del manicheismo, non poteva sopportare che un uditore gli rivolgesse, di fronte agli altri, domande imbarazzanti o gli esponesse obiezioni: ai tentativi di Agostino cercava di sottrarsi, schernendosi quanto meglio poteva, forse non senza prendere una certa aria di superiorità. Agostino, sentendolo malsicuro e in cerca di scampo, lo incalzava: non era più soltanto in lui il ricercatore entusiasta della verità, ma anche il retore che amava far pompa di abilità dialettica e cultura filosofica.

E da retore è il giudizio che Agostino ci ha lasciato di Fausto: nelle arti liberali si era fermato agli studi di grammatica senza salire a quelli superiori della retorica; aveva letto alcune orazioni di Cicerone, pochissimi libri di Seneca, qualcosa dei poeti e qualche scritta della setta, ma soltanto in latino

Fausto parlava piacevolmente e con abilità, attraendo più per le sue doti spontanee di conversatore, che per arte di oratore. A lui, Agostino, che di Cicerone conosceva le opere filosofiche e sapeva di altre opere di filosofia interi brani a memoria, Agostino, vincitore di gare poetiche, si sentiva ben superiore. Così la conoscenza di Fausto fu per lui una delusione, benchè dell'incontro e dell'uomo perdurasse vivissimo il ricordo. Finirono col leggere insieme opere letterarie.

 

383 d. C.

Agostino nella sua gioventù conobbe il vescovo manicheo Fausto. In Conf. 5, 3, 3 lo definisce un gran lacciuolo del diavolo, in cui si lasciava impigliare molta gente ammaliata dalla dolce favella. A Cartagine attende con ansia e desiderio l'arrivo di Fausto per nove anni ma non trova in lui quanto cercava. Fausto disattende le sue aspettative e con lui muoiono in Agostino i legami con il mondo manicheo.

Fausto di Milevi era numida come Agostino. Poco dopo l'incontro di Cartagine, Fausto venne confinato in un'isola e spese gli ozi dell'esilio per comporre un grosso libro di critica contro l'Antico testamento che Agostino, nel 400, confutò minuziosamente. Ma anche in questa circostanza riconobbe in Fausto un uomo eloquio suavis, ingenio callidus.

 

E parlerò al cospetto del mio Dio di quell'anno, il mio ventinovesimo. Era arrivato a Cartagine un vescovo manicheo di nome Fausto, gran laccio del demonio: molti vi incappavano, attratti dalla soavità del suo eloquio. E anch'io la ammiravo, distinguendola però dalla verità sostanziale, che ero avido di apprendere: perciò non badavo al recipiente del suo ragionamento ma al contenuto di conoscenza che quel Fausto, di cui parlavano tanto i suoi seguaci, aveva da offrire alla mia fame. La sua fama lo annunciava come uomo assai esperto negli studi letterari e dottissimo nelle discipline liberali.

E poiché avevo letto molte pagine dei filosofi e le avevo imparate a memoria, ne confrontavo qualcuna con le lunghe favole dei manichei, e mi pareva più plausibile, il pensiero di quelli che furono capaci di calcolare il corso del mondo, anche se non di trovare il suo Signore. Perché sei grande, Signore, e posi lo sguardo sulle cose vicine alla terra, e quelle eccelse le osservi da lontano, e non ti avvicini che a un cuore avvilito e dai superbi non ti fai trovare, neppure se la loro avida scienza sa contare le stelle e i grani della sabbia e misurar gli spazi siderali e investigare le strade degli astri.

AGOSTINO, Confessioni 5, 3, 3

 

1. Ci fu un certo Fausto di stirpe africana, cittadino di Milevi, piacevole nel conversare, avveduto per natura, seguace della setta manichea e, per conseguenza, corrotto da un nefando errore. Ho conosciuto di persona quest'uomo, come ricordo nei libri delle mie Confessioni. Costui pubblicò un volume contro la retta fede cristiana e la verità cattolica. Il volume giunse nelle mie mani e fu letto dai fratelli. Questi a loro volta espressero il desiderio e insistettero, per il diritto derivante loro dall'amore che mi lega al loro servizio, perché fornissi una mia risposta. Mi accingo pertanto a quest'impresa nel nome e con l'aiuto del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo in modo che tutti coloro che leggeranno si rendano conto che non hanno nessun valore un ingegno acuto ed un eloquio fluente se i passi dell'uomo non sono guidati dal Signore. Questo privilegio fu concesso a molti, benché tardi e deboli d'ingegno, grazie ad un segreto atto di amore da parte della provvidenza divina, mentre molti altri, forniti d'acutezza d'ingegno e di abilità oratoria, ma abbandonati dall'aiuto divino, si volsero verso questo errore con prontezza e pertinacia allontanandosi per largo tratto dalla via della verità. Ritengo quindi utile riportare a nome di Fausto le sue precise parole e a nome mio la mia risposta.

AGOSTINO, Contro Fausto Manicheo 1, 1

 

LE rappresentazioni iconografiche di Agostino che incontra Fausto a Cartagine

Scuola amanuense francese (XII secolo) a Parigi, Biblioteca Nazionale

Gyraldus Cambrensis (1160) ad Avranches, Biblioteca Municipale, MS 90

Scuola di Mont Saint Michel (XIII secolo) in Ms. 1990 fol. 1 V

Historia Augustini (1430-1440) a Berlino, Gabinetto delle Stampe

Mariano del Buono (1450-1474) in Vaticano, Biblioteca Apostolica, ms. Urb. Lat. 83

Manoscritto ms. 1483 Vita Sancti Augustini Imaginibus adornata (1450-1490)  a Boston, Public Library

Catenazzi Antonio (1774-1830) a San Sisinio, chiesa parrocchiale