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BEAti dell'Ordine Agostiniano: GIOVANNI BONO

Immagine del beato Giovanni Bono visto da Janòs Hajnal

Immagine del beato Giovanni Bono da Janòs Hajnal

 

 

Beato GIOVANNI BONO

(1168 - 1249)

di David Gutiérrez, o.s.a.

 

 

 

Nacque a Mantova verso il 1168. Suo padre si chiamava Giovanni e sua madre Bona. da questi due nomi gli derivò quello di Giovanni Bono. Ancora adolescente, dopo la morte del padre, a circa 16 anni lasciò sua madre e girovagò come attore comico e saltimbanco per le varie regioni d'Italia; ma trovandosi gravemente infermo verso il 1209 si propose di mutare vita e fare penitenza dei suoi peccati. Recuperata la salute, confessò i suoi peccati al vescovo di Mantova, e dopo la morte della madre, cominciò ad adempiere la sua promessa, vivendo prima come solitario, vicino a Bertinoro, e dal 1210 - o poco dopo - fino al 1249 in altro luogo più appartato, chiamato Butriolo, presso Cesena. Qui ebbe subito dei seguaci, che costruirono la prima casa della futura Congregazione, ma lui continuò a vivere nel suo eremo. Consta che vi tenesse un crocifisso, una immagine della Vergine, una pila per l'acqua benedetta e una tavola sulla quale dormiva vestito.

Quando cominciarono ad unirsi a lui alcuni compagni attirati dal suo stile di vita, Giovanni si ritrovò a dirigere una Congregazione, che con sorprendente rapidità si diffuse in molte località del centro-nord in Italia.

I cardi e i rovi dei giorni di maggior penitenza venivano sostituiti, quando era ammalato, con un po' di paglia e due mantelli, uno sopra la tavola e l'altro per coprirsi. Accanto al suo eremo fu presto edificata la chiesa di S. Maria di Butriolo, dove andava tutti i giorni per ascoltare la Messa. I testimoni del suo processo assicurano che si confessava frequentemente, che era umile, benigno e caritatevole. Da quando cominciò ad avere seguaci, cominciarono anche le visite delle persone attratte dalle sue conversazioni spirituali. Questo spiega il frutto dei suoi discorsi con persone di ogni ceto, sebbene, oltre ad essere laico, fosse un analfabeta. Si limitava ad ascoltare la Messa e l'Ufficio divino, e sfogava a parte il suo fervore con il Padre nostro, l'Ave Maria, il Credo, il Miserere e qualche altro salmo che sapeva a memoria. Il suo patrimonio spirituale si riduceva all'educazione cristiana ricevuta nella casa paterna, ai discorsi ascoltati dopo la sua conversione e al ricordo dei testi della Sacra Scrittura, che ripeteva nelle sue conversazioni.

Questo piccolo capitale di dottrina si arricchì con l'esercizio delle virtù cristiane e l'intimità con Dio. Il suo istituto si propagò in diverse parti, ma, non avendo alcuna delle Regole approvate, i suoi fecero ricorso a Roma, ottenendo fosse data loro la Regola di S. Agostino. Quando contava ormai una settantina d'anni, volle porre in mani più forti la direzione delle sue comunità. Verso il 1237 lasciò la guida della Congregazione nella mani di frate Matteo da Modena e così poté così dedicarsi maggiormente negli ultimi dieci anni alla contemplazione. Ai primi giorni di ottobre del 1249 cominciò con alcuni discepoli il viaggio verso Mantova, e giunto alla città natale si ritirò nell'eremo di S. Agnese in Porto dove morì il 16 dello stesso mese.

Sisto IV nel 1483 lo dichiarò beato.

Fra Giovanni Bono era analfabeta, ma conosceva a memoria il Credo, il Padre Nostro, l'Ave Maria e il Miserere, non in latino, ma nella lingua volgare. Nella bolla Admonet nos di Innocenzo IV del 1253 si afferma che Giovanni aveva fondato il suo primo eremo a Butriolo con il permesso del vescovo di Cesena. Qui furono costruite la chiesa di S. Maria di Butriolo e la prima casa della futura Congregazione, che nel 1225 chiese alla Santa Sede una regola, che fu quella agostiniana.

 

 

 

 

Acta 55. Octobris, IX, 22 oct., Bruxelles 1859,693-886; HERRERA A I, 336 - 369; ROTH, F. X., OSA., Der selige Johannes Bonus, in Cor Unum 7 (1949) 43-51,69-76; RANO, B., OSA., Fr. Juan Bueno, fundador de la Orden de los Eremitanos, in Archivo Agustiniano 56 (1962) 157-202; LUCCHESI, G. B., eremita, beato, in BS. VI, Roma 1965 (rist. 1988) c. 629-31; PESCASIO, L., La "leggenda del beato Zannebono da Mantova" [di Federico da Mantova, OSA], Mantova 1971; *RANO, B., OSA., G. B., beato, in DIP IV; Roma 1977,1244-46; GUTIÉRREZ 1/1,48-52 (it., 68-74).

 

 

Referenze:

GIOVANNI BONO E I GIAMBONITI

DONESMONDI, Vita di S. Giovanni Buono, Nascita, vita, virtù, e Miracoli di S. Giovanni Buono