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monaci e cultura agostiniani: I MUSICISTI

Madonna della Cintura con Angeli musicanti e santi agostiniani di Fra Arisi Sollecito, a Crema nella chiesa di sant'Agostino

Madonna della Cintura fra musici

 

 

MUSICI AGOSTINIANI

 

 

 

Sono moltissimi gli autori che si sono occupati di temi agostiniani traducendoli in musica. La gran parte di essi sono monaci o monache agostiniani che hanno scritto motivi musicali adatti ad accompagnare testi del santo o brani che si riferiscono alla sua vita e al suo pensiero.

Altri autori, anche famosi compositori, si sono a loro volta impegnati a scrivere interessanti partiture musicali che vanno da semplici brani ad opere vere e proprie. Lo stesso Agostino manifestò nella sua vita una attenzione speciale alla musica ed al suo significato come mezzo per elevare l'uomo a Dio.

Le sue indubbie conoscenze musicali sono ben documentate in una serie di libri (ben sei) che costituiscono il De Musica, uno dei testi dei Dialoghi.

Egli fu un vero musico, oggi diremmo un musicologo, ma un musicologo coi fiocchi, un precursore di idee e orientamenti moderni, un trattatista insigne che seppe racchiudere in una sua opera, il « De Musica » tutta la scienza del suo tempo e le conquiste dei secoli precedenti. Desidero subito precisare che Egli, nel « De Musica », non è copiatore del pensiero antico e nemmeno novatore: Egli tenta di fondere il pensiero classico degli autori greci e romani in una visione cristiana con spiritualità grande e comprensione pronta e rapida dei problemi del suo tempo. Del « De Musica », scritto a Milano nel 387, egli stesso ci parla in una lettera inviata a Memorius. Eccola: «Ho scritto sei libri sul ritmo; avevo intenzione di scriverne altri sei, forse sul Melos (cioè sulla melodia o intorno alle regole della successione melodica); però da che mi è stato imposto il peso delle cariche ecclesiastiche, ho dovuto rinunciare a queste gradevoli occupazioni ».

Il musico per Agostino deve essere colto, perseverante nella ricerca del possesso della scienza, ma insieme munito di doni naturali e soprattutto spirituali. Egli ritiene anche che tutti siano in grado di ascoltare con profitto la musica e afferma: «Il sentimento musicale viene dalla natura. La natura ha dato a tutti il senso musicale, con il quale si giudica questa disciplina ».

E ancora: «Il sentimento della musica è innato in noi; perciò anche che coloro che ignorano qualsiasi nozione musicale sono sensibili alla musica ». Agostino, natura sensibilissima e poetica, ricercatore della bellezza per eccellenza, di una bellezza come presenza di Dio sulla terra, è commosso ed esaltato dal canto. Esclamerà: «Deliciae spiritus nostri, divina cantica»; oppure: «Cantamus voce, ut nos excitemus, corde cantamus, ut Deo placeamus ». E infine: «Dio stesso ci insegna come dobbiamo cantare: rinunciamo a cercare le parole, come se potessimo conoscere quelle di cui Egli si compiace. « Cantate nella giubilazione ».

Della musica scriveva così Costanzo Antegnati nella prefazione al suo "Liber primus Missarum" (Venetiis, apud Gardanum 1578) al P. Teodoro Quaglia, "augustinianae familiae decus eximium": "Tantam esse musicae facultatis vim atque necessitatem ... ut ad D.O.M. quatenus fieri potest intelligendum, cognoscendum et amandum nihil melius, nihil illustrius musica musicoque concentu reperiri posse videatur; nam cum numero pondere et mensura (ut ille inquit) constent cuncta quae coeli ambitu continentur ... non alia sane ratione quam cantu, modulatione ac harmonia productarum rerum opificem atque res ipsas investigare atque intelligere possumus".

Non diversamente la pensava S. Caterina da Bologna, che, prima di essere francescana, aveva vestito l'abito di S. Agostino in Ferrara. Quando gravemente inferma nel suo lettuccio, sente il bisogno di un po' di sollievo, si fa portare una viola - lo strumento che aveva studiato fin da piccina - e accompagnando il canto sul dolce e delicato strumento intona una canzone e guardando il cielo, come rapita in estasi, canta:

O dolci corde ordite in paradiso, /

e all'armonia accordate, /

on cui s'odono in ciel da viso a viso /

cantar l'alme beate, / chi vi fé degne di sentirvi tocche /

dalla man virginal di Caterina? /

Essa così destina / lieta goder di voi /

quando del ciel vuoi dare un saggio a noi. /

 

E non soltanto solleva al cielo le anime la musica, ma spesso dà sollievo anche al corpo depresso. Lo dice chiaramente la S. Scrittura: musica laetificat cor hominis.