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CICLo AGOSTINIANo a Actopan

I cacicchi indigeni di Actopan don Juan de Atopca e Pedro de Izcuincuitlapilco con frate Martin de Fray Asebeido pregano davanti all'altare

I cacicchi indigeni di Actopan don Juan de Atopca e Pedro de Izcuincuitlapilco con frate

Martin de Fray Asebeido pregano davanti all'altare

 

 

MAESTRO DI ACTOPAN

1550-1560

Actopan, convento di san Nicola da Tolentino

 

Frate Martin Asebeido con i cacicchi Juan e Pedro

 

 

 

A sinistra dell'ingresso alla scala claustrale nella fascia inferiore sono raffigurati questi tre personaggi: si tratta dei cacicchi indigeni di Actopan don Juan Inica de Atopca e Pedro de Izcuincuitlapilco, che sono inginocchiati in preghiera. Essi indossano vesti bianche e un filatterio ne indica la persona con il proprio nome. Essi sono disposti dietro il frate Martin de Asebeido, anch'egli inginocchiato con le mani giunte in atteggiamenti di preghiera davanti ad un altare dove troneggia il cristo crocefisso.

In effetti sono inginocchiati per venerare l'immagine di Cristo crocifisso. Alle loro spalle si apre un rigogliosa vegetazione che allarga lo sguardo dell'orizzonte agli enormi spazi offerti dalla regione circostante a Atopca. Fray Asebeido indossa la tipica tunica nera dei monaci agostiniani con la cintura che gli scende dai fianchi. Il suo capo porta la tonsura. La fascia dove si trova questo dipinto corrisponde al livello inferiore che racconta la fondazione e la costruzione del convento agostiniano di Atopca.

Fray martin de Asebeido diede inzio alla costruzione dell'intero complesso agostiniano nel 1546 assieme al confratello Andrés de Mata con l'aiuto entusiasta degli indigeni locali e principalmente proprio di don Juan Inica de Atopca e Pedro de Izcuincuitlapilco.

 

Il convento di Actopan è un importante monumento di arte ispanica cinquecentesca, ricco di pareti con pitture murali. Come era tipico dei programmi pittorici murali anche in questo caso assistiamo alla esaltazione dei santi martiri, confessori e vescovi che sono appartenuti all'Ordine agostiniano.

Molto interessante è il programma della scala claustrale. In questo spazio sono esaltati i caratteri legati all'ordine agostiniano dalle sue origini fino al tempo di esecuzione dei dipinti. Questa serie di dipinti ha come fonte il libro Cronaca del glorioso padre e dottore della Chiesa Sant'Agostino e dei suoi santi e beati del suo ordine. Il libro venne scritto dal beato Alonso de Orozco e pubblicato a Siviglia nel 1551. Sulla copertina del libro si ritrova una colonna molto simile ai dipinti sulle scale e vi appare anche una serie di piccole xilografie di sant'Agostino, santa Monica, san Simpliciano, san Guglielmo d'Aquitania e san Nicola da Tolentino. Sono stati tutti raffigurate sulle pareti perché sono gli uomini più illustri che apparteneva all'ordine agostiniano dai tempi di sant'Agostino fino al XVI secolo. Sono stati raffigurati anche Priori Generali dell'Ordine, insegnanti, intellettuali famosi per i loro scritti e diversi santi. Generalmente sono raffiguratii in un atteggiamento di lettura e di studio. I murales sono separati orizzontalmente e verticalmente da bande e motivi che simulano archi, tutti ugualmente copiati dal libro di Orozco.

Il notevole interesse che viene riservato a questa cronaca di Alonso de Orozco si traduce ulteriormente nell'utilizzo dei suoi testi letterari che presentano la personalità dei monaci raffigurati sulle pareti del vano scala.