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Gerolamo da Napoli
MAESTRO DI ACTOPAN
1550-1560
Actopan, convento di san Nicola da Tolentino
Gerolamo da Napoli
Nella figura rappresentata nella pittura sotto il titolo di Gerolamo da Napoli, va molto probabilmente riconosciuta quella del Priore Generale Gerolamo Seriprando.
Gerolamo Seriprando nacque a Napoli nel 1492 e morì a Trento nel 1563. Per la sua opera di proclamatore del Vangelo, il grande agostiniano del 1500 offre utili ed attuali esempi per la nuova evangelizzazione cui sono chiamati i cristiani di oggi. La storia dell'Ordine di sant'Agostino è molto interessante e affascinante, perché ricca di notevoli avvenimenti e di personaggi di rilevante cultura e profondità spirituale. L'epoca di maggior sviluppo e di ansia di rinnovamento si situa fra il 1500 e il 1785. Fu questo il periodo in cui prolificarono le missioni agostiniane che condussero alla diffusione dell'Ordine nelle Americhe, in Oriente e in Africa. L'inizio di tutto questo movimento sembra coincidere con l'elezione a Generale dell'Ordine di fra' Gerolamo Seriprando, la cui opera portò sicurezza ed eccellenza al vertice agostiniano.
Seriprando nacque a Napoli dalla nobile famiglia napoletana dei Seriprando il 6 maggio 1492. Alla nascita gli fu imposto il nome di Troiano, che cambiò in Girolamo, quando nel maggio del 1507 vestì l'abito degli Agostiniani nel convento di San Giovanni a Carbonara a Napoli. Con il suo ingresso nell'Ordine inizia la sua attività di studioso, soprattutto di grammatica, giurisprudenza, teologia e filosofia. Il giovane frate, nel 1513, venne ordinato sacerdote e quindi segretario dell'allora padre Generale Egidio da Viterbo, grande teologo e famoso predicatore. Per il suo acuto ingegno, la sua passione per lo studio, le doti brillanti e la solida spiritualità, il generale Egidio, futuro cardinale e arcivescovo di Napoli, lo incaricò, a soli 25 anni, di predicare o meglio di proclamare il Vangelo. Da allora svolse la sua intensa attività evangelizzatrice a Sorrento, Cesena, Bologna, Carpi, Ravenna, Vicenza, Roma e Napoli.
Ritornato a Roma nel 1523, venne nominato Vicario generale dell'Ordine agostiniano. Forte della sua posizione, riprese a predicare per una riforma profonda della Chiesa, che cominciò ad attuare lui stesso nel 1539, quando venne eletto priore generale. Iniziò la sua attività riformatrice nel suo Ordine facendo visita ai conventi agostiniani di Italia, Francia e Spagna; la proseguì poi partecipando ai primi lavori del Concilio di Trento, ove sostenne il valore della predicazione e la necessità di affidarsi a religiosi ben preparati. Per il teologo, il predicatore della parola di Dio deve "prima leggere e mediante le Sacre Scritture per imparare da Dio, poi insegnare al popolo quanto ha appreso da Dio". Di ritorno a Napoli nel 1551, ricusato l'incarico di generale per le conseguenze di un colpo apoplettico, riprese gli studi e fondò la biblioteca di San Giovanni a Carbonara. I codici da lui raccolti, le sue opere già pubblicate e quelle ancora manoscritte, passate poi alla Biblioteca Nazionale di Napoli, costituiscono una fonte di primaria importanza per la teologia e per la storia ecclesiastica e civile del Cinquecento. Nel 1553 fu indotto dall'imperatore Carlo V ad accettare l'Arcivescovado di Salerno, dove lo precedette la fama di grande celebre predicatore.
Secondo il gesuita Nicola da Bobadilla, Gerolamo Seriprando era con il domenicano Tommaso Stella, Bernardino Ochino, il conventuale Cornelio Musso, l'agostiniano Egidio da Viterbo, uno dei cinque più validi predicatori da lui uditi. Lo storico della chiesa Jedin riconosce che Seriprando "si erge come una torre di fronte all'ampolloso e pesante Musso e fu uno dei principali rinnovatori della predicazione in Italia mediante il buon uso della Scrittura e secondo lo spirito dei Padri ". Nel 1554 papa Giulio III, al secolo Giovanni Maria Ciocchi del Monte, lo nominò arcivescovo di Salerno e, cosa insolita per quel tempo, fu vescovo residenziale. Nel 1561 venne chiamato a Roma ed elevato alla porpora cardinalizia da papa Pio IV. Fondò allora la Tipografia Vaticana, destinata a pubblicare edizioni canoniche di libri sacri. In seguito fu nominato legato pontificio al Concilio di Trento, dove impegnò tutte le sue forze per organizzare il lavoro del Catechismo approvato e fatto pubblicare da Pio V. Il rigore del clima trentino e l'età furono fatali alla sua salute: il 27 marzo 1563 morì a Trento, dopo aver professato di essere "nella Chiesa, della Chiesa e per la Chiesa". Fu sepolto nella monumentale chiesa agostiniana di San Marco a Trento, perché continuasse ad accendere "il forte animo ad egregie cose."