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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Giuseppe GuaspariniCICLo AGOSTINIANo DI GUASPARINI DI UMBERTIDE A Cortona
Particolare di Agostino che confuta Fortunato spiegando il simbolo della fede cattolica
GUASPARINI GIUSEPPE
1669
Chiostro del convento di S. Agostino a Cortona
Agostino confuta Fortunato manicheo
La scena riproduce piuttosto fedelmente la analoga stampa di Schelte. Il contenuto della pittura è precisato nella scritta in basso della stampa: Haereticorum omnium acerrimus insectator, etiamnum presbyter plures verbi gladio confodit adeoque confundit, ut inter reliquos Fortunatus, biduo coram notariis exagitatus, sese ultro subducat. Nella lunetta la spiegazione della scena è molto più semplice: SPIEGA IL SIMBOLO DELLA FEDE. L'assemblea che si è riunita per esaminare la questione dottrinale, è numerosa, con più di trenta persone sedute in scranni ad ascoltare con attenzione il dibattito. Tre segretari prendono appunti. Agostino è seduto in primo piano con un frate. Entrambi indossano la tunica nera dei frati eremitani agostiniani. Davanti a lui siedono gli eretici riconoscibili per il cappello a punta. Agostino si rivolge specialmente ai due più anziani. Un solo laico, anzichè i due della versione originale, si sporge dalla balaustra per meglio ascoltare la conversazione.
Il ministero sacerdotale di Agostino durò cinque anni e fu molto fruttifero: Valerio lo autorizzò a predicare nonostante l'uso africano che riservava quel ministero ai soli vescovi; combatté l'eresia, specialmente quella manichea ed il suo successo fu notevole. Fortunato, uno dei loro grandi dottori, che Agostino aveva sfidato in pubblico, fu così umiliato dalla sconfitta che fuggì da Ippona. Egli abolì anche l'uso di tenere banchetti nelle cappelle dei martiri. L'8 ottobre 393 prese parte al Concilio Plenario d'Africa presieduto da Aurelio, vescovo di Cartagine, dove, dietro richiesta dei vescovi, fu obbligato a comporre una dissertazione che, nella sua forma completa, in seguito, divenne il trattato De fide et symbolo.
In quel tempo ad Ippona la peste dei manichei aveva infettato e contagiato molti cittadini e stranieri, sviati e tratti in errore da un prete della setta, di nome Forcheo ... Fortunato aveva già conosciuto a Cartagine Agostino quando questo era ansioso di entrare in discussione con lui. Tuttavia fu costretto a venire a discussione con lui. S'incontrarono nel giorno e nel luogo stabilito dove si erano radunati molti che erano interessati alla questione e gran folla di curiosi: gli stenografi aprirono le tavolette e cominciò la discussione nel primo giorno per concludersi nel successivo. In essa Fortunato non fu in grado di confutare la posizione cattolica ... Fortunato, pieno di vergogna successivamente partì da Ippona e non vi fece più ritorno.
POSSIDIO, Gesta Augustini 6, 1-8
Il quinto giorno prima delle calende di settembre, sotto il consolato degli illustrissimi Arcadio Augusto, console per la seconda volta, e Rufino, nella città di Ippona, ai bagni di Sossio, ebbe luogo, in presenza del popolo, la disputa contro Fortunato, prete manicheo.
Agostino scrisse molte opere contro l'eresia manichea:
De moribus Ecclesiae catholicae et de moribus Manichaeorum o " I costumi della Chiesa e i costumi dei Manichei", scritto a Roma nel 368;
"De duabus animabus contra Manichaeos" o "Le due anime contro i Manichei", scritto prima del 392;
Acta seu disputatio contra Fortunatum manichaeum o "Atti della disputa contro il manicheo Fortunato", del 392;
Contra Felicem manichaeum o "Contro il manicheo Felice", del 404
De libero arbitrio o "Il libero arbitrio", opera importante per la trattazione dell'origine del male;
Contra Adimantum manichaei discipulum o "Contro Adimanto, discepolo manicheo";
Contra epistolam Manichaei quam vocant Fundamenti o "Contro la lettera di Mani che chiamano della Fondazione";
Contra Faustum manichaeum o "Contro il manicheo Fausto";
Contra Secundinum manichaeum o "Contro il manicheo Secondino";
De Genesi contra Manichaeos o "La Genesi contro i Manichei";
De natura boni contra Manichaeos o "La Natura del bene contro i Manichei".