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CICLo AGOSTINIANo DI GUASPARINI DI UMBERTIDE A Cortona

I pellegrini affluiscono alla sua tomba di Pavia, lunetta nel chiostro del convento agostiniano di Cortona

I pellegrini affluiscono alla sua tomba di Pavia

 

 

GUASPARINI GIUSEPPE

1669

Chiostro del convento di S. Agostino a Cortona

 

I pellegrini affluiscono alla sua tomba di Pavia

 

 

 

La pittura segue fedelmente il dettato grafico contenuto nella corrispondente stampa di Schelte. Nella legenda della stampa fiamminga si trova la spiegazione della scena: Ticini in ecclesia D. Petri ad caelum aureum sacro corporis pignore deposito perennis aquae scaturigo in febrientium salutem et eloquentiae Augustinianae promanat indicium.

La legenda cortonese più modestamente ricorda che SEGUITANO I PRODIGI.

La scena non evoca un preciso miracolo, ma piuttosto è una immagine della pietà popolare nei confronti del santo. Si vede un sarcofago che non ha nulla a che vedere con l'arca scolpita già nel XIV secolo dai maestri campionesi e che noi oggi conosciamo e possiamo vedere in san Pietro in Ciel d'Oro. Un po' ovunque si notano pellegrini, bambini, donne, vecchi con bastoni che pregano e bevono a una fonte denominata fons sancti Augustini. Alcuni monaci vestiti con la nera tunica degli eremitani agostiniani osservano e vegliano nell'ombra.

La scena ricorda anche un celebre episodio ricordato da Jacopo da Varagine, che certifica la profonda devozione che esisteva nei confronti del santo già nel XIII secolo.

 

Verso il 912, alcuni uomini gravemente ammalati andavano a Roma dalla Germania e dalla Gallia, - erano più di quaranta, - per visitare le tombe Apostoli. Alcuni si trascinavano su grucce, altri, completamente paralitici, si facevano portare, altri erano ciechi e camminavano portando i loro compagni servivano di guida.

- Andate a Pavia e domandate dove è la chiesa di S. Pietro; e là otterrete la grazia che chiedete.

Gli domandarono essi il suo nome ed egli rispose: Ed immediatamente disparve.

Essi, giunti a Pavia, andarono nella chiesa di S. Pietro e quando seppero che là era il corpo di S. Agostino, gridarono:

- Sant'Agostino, aiutateci! I cittadini ed i religiosi accorsero, attratti dalla novità della cosa, ed ecco che per la tensione dei nervi, incomincia a colar del sangue che forma un rivo dalla porta della chiesa al sepolcro del santo, ed i malati che si avvicinarono al sepolcro furono guariti, né rimase in essi traccia d'infermità, di modo che la fama del santo si sparse sempre più ed una folla di ammalati incominciò ad affluire alla chiesa, e chiunque veniva era guarito e lasciava doni in ringraziamento.

La quantità di questi voti fu tale che tutta la cappella di S. Agostino ne fu piena ed allora furono messi nel vestibolo, ma presto anche lì furono tanti che rendevano difficoltoso il passaggio, ed i religiosi furono costretti a farli portare altrove.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea