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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Giuseppe GuaspariniCICLo AGOSTINIANo DI GUASPARINI DI UMBERTIDE A Cortona
Agostino appare a dei pellegrini in viaggio e indica loro la strada per raggiungere la sua tomba a Pavia
GUASPARINI GIUSEPPE
1669
Chiostro del convento di S. Agostino a Cortona
Agostino appare a dei pellegrini in viaggio e indica loro la strada per raggiungere la sua tomba a Pavia
La lunetta dipinta da Guasparini segue nella struttura e nei particolari della scenografia il modello di Schelte dove vengono proposti tre miracoli contemporaneamente in una sola immagine. La differenziazione fra le tre scene è assicurata dalla prospettiva che pone su diversi piani ciascuna scena, forse secondo l'importanza che veniva loro riservata nel Seicento. La legenda in pedice alla stampa fiamminga riporta: ex morbo triennali affixus lecto Antistes quidam et in carcere sitibundus adolescens aliique quadraginta peregrini apparentis sibi Augustini experiuntur auxilium. A Cortona troviamo un generico MIRACOLI DEL SANTO.
Lo stemma associato a questa scena è della nobile famiglia dei Bandinucci,
La pittura descrive tre dei miracoli postumi raccontati nella Legenda Aurea. La scena qui raffigurata in cui Agostino appare a un gruppo di pellegrini a Cava Manara in viaggio verso Roma, è stata associata agli episodi in cui si narra la guarigione che Agostino opera da morto a favore di un priore ammalato da anni e la liberazione di un prigioniero da una torre.
Agostino vestito con la nera tunica dei monaci agostiniani, ma con in testa la mitra episcopale e con in mano il suo bastone pastorale si erge alto sopra un gruppo di fedeli inginocchiati: sono pellegrini in viaggio per raggiungere Roma. Agostino è apparso loro e li invita a visitare la sua tomba a Pavia, dove riceveranno copiose grazie e la guarigione dalle malattie che li affliggono. L'episodio è narrato in diversi cicli iconografici Trecenteschi e Quattrocenteschi ed avrà un discreto seguito nella pietà medioevale agostiniane tardo medioevale.
Una scena del tutto simile si ritrova nella vicina Corciano e, lontana migliaia di km, anche in sud America a Quito, dove Miguel de Santiago dipinse una tela sullo stesso soggetto con le stesse modalità di esecuzione, forse perché aveva davanti una copia della stampa di Schelte.
Secondo una antica narrazione, nei pressi di Cava, oggi Cava Manara o Carbonara Ticino, presso Pavia, Agostino, uscendo da quella chiesa e incontratosi con un gruppo di pellegrini diretti a Roma, ha suggerito loro di recarsi nella basilica in Ciel d'Oro, dove avrebbero trovato guarigione alle loro infermità.
Verso il 912, alcuni uomini gravemente ammalati andavano a Roma dalla Germania e dalla Gallia, - erano più di quaranta, - per visitare le tombe Apostoli.
Alcuni si trascinavano su grucce, altri, completamente paralitici, si facevano portare, altri erano ciechi e camminavano portando i loro compagni servivano di guida. Passate le montagne giunsero ad un paese chiamato Cana, a tre miglia Pavia, ed allora apparve loro S. Agostino vestito di abiti pontificali, che usciva da una chiesa costruita in onore dei Santi Cosma e Damiano.
Il santo li salutò e domandò loro dove andassero, e quando ebbero risposto che andavano a Roma disse loro:
- Andate a Pavia e domandate dove è la chiesa di S. Pietro; e là otterrete la grazia che chiedete. Gli domandarono essi il suo nome ed egli rispose: Ed immediatamente disparve.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea