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CICLo AGOSTINIANo DI GUASPARINI DI UMBERTIDE A Cortona

Particolare della morte di Monica a Ostia Tiberina, lunetta nel chiostro del convento agostiniano di Cortona

Particolare della morte di Monica a Ostia Tiberina

 

 

GUASPARINI GIUSEPPE

1669

Chiostro del convento di S. Agostino a Cortona

 

Morte di Monica a Ostia Tiberina

 

 

 

La scritta riporta: ... DI S. MONACA SUA MADRE e si riferisce alla morte di Monica ad Ostia. La scena della lunetta riprende praticamente in modo esatto la stampa di Schelte, laddove questo incisore scrisse la legenda: Cum esset Augustinus apud Ostia Tyberina in Africam rediturus, pia mater eius Monica defuncta est. Tum Evodio psalterium aperiente, cum sociis exequia cantando plorat et plorando cantat. Monica è distesa sul letto in piena luce col saio da monaca. Un angelo le tende le braccia mentre dei raggi celesti si dirigono sul suo volto: vi si legge Jesus, Jesus. Agostino è in piedi che sta leggendo un libro aperto che tiene ben ritto con le mani e con lui cinque frati eremiti sono inginocchiati in preghiera. Uno di essi prega: forse è Evodio. Dalla finestra si nota il mare con una nave dalle vele ingrossate dal vento e pronta a partire. All'estrema sinistra un frate prega da solo in piedi osservando l'intera scena.

La scenografia è piuttosto spoglia, con ben pochi oggetti: il letto di Monica, uno sgabello. una panca e un tavolo coperta da una tovaglia con deposti alcuni oggetti.

 

Volle poi tornare in Africa per rivederla con sua madre, ma essa morì piamente mentre egli era ad Ostia.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.

AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17

 

Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "… Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".

Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"

AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27