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CICLo AGOSTINIANo del Chiostro dei Morti a firenze

Sant'Agostino e sant'Ambrogio compongono il Te Deum

Sant'Agostino e sant'Ambrogio compongono il Te Deum

 

 

CINQUI GIOVANNI

1667-1743

Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito a Firenze

 

Sant'Agostino e sant'Ambrogio compongono il Te Deum

 

 

 

"Nella Trentesima si mira effigiata da Giovanni Cinqui la nobil composizione fatta del Te Deum dai SS. Ambrogio, ed Agostino un versetto da ciascheduno."

La scena riporta un episodio leggendario che veniva attribuito nel medioevo all'azione combinata di due grandi santi Agostino ed Ambrogio, a completamento del battesimo del primo ad opera del secondo nel 387 a Milano.

Il Te Deum viene indicato a volte come Himnus ambrosianus, altre volte Hymnus in honorem sanctae trinitatis e ancora Imnum in die dominica. L'attribuzione tradizionale ad Ambrogio ed Agostino risale all'859 quando Hincmar di Rheims (arcivescovo di Reims, nato nel 806 e morto a Epernay il 21 dicembre 882) pubblicò il testo sulla predestinazione nel quale riferisce questa tradizione: A maioribus nostris audivimus tempore baptismatis sancti Augustini hunc hymnum beatus Ambrosius fecit et idem Augustinus cum eo confecit.

La tradizione fu avvalorata nella Historia Mediolanensis di Landolfo Senior del secolo XI: in quibus fontibus prout Spiritus sanctus dabat eloqui eis Te Deum Laudamus decantantes, cunctis qui aderant audientibus et videntibus simulque mirantibus, in posteris ediderunt quod ab universa ecclesia Catholica usque ad hodie tenetur et religiose decantatur.

La datazione critica del Te Deum fa risalire la sua composizione al 400-450.

 

Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

E in tal modo rispondendosi composero quest'inno, come narra anche Onorio nel suo libro Lo specchio della Chiesa.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Niceta, vescovo di Remesiana (oggi Bela Palanka) alla fine del IV secolo.

 

 

Cinqui Giovanni

Giovanni Cinqui nasce a Scarperia nel 1667 e muore nella stessa località nel 1743. Discepolo di Pier Dandini, dipinse per la Villa medicea dell'Ambrogiana, su incarico di Cosimo III la Vita di Cristo, della Vergine, di San Giovanni Battista. Affrescò l'interno del Palazzo di Gino Capponi a Firenze e l'oratorio della Villa di Lilliano nel 1703. Fece anche pitture per la corte di Spagna, che però andarono perdute durante il viaggio.