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CICLo AGOSTINIANo del Chiostro dei Morti a firenze

Sant'Agostino risana una piaga pericolosa per la salute di un infermo

Sant'Agostino risana una piaga pericolosa per la salute di un infermo

 

 

BAGNOLI GIOVANNI

1650-1700

Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito a Firenze

 

Sant'Agostino risana una piaga pericolosa per la salute di un infermo

 

 

 

"Nella Trigesima Quarta delineata da Giovanni Bagnoli si mira S. Agostino, che risana una piaga, che obbligava venire al taglio." La scena si presenta complessa nella sua struttura e ben articolata con l'affacciarsi di numerosi personaggi che si richiamano l'un l'altro. Sulla destra si assiste a una scena familiare con un malato a letto coperto da un lenzuolo da cui sporge solo la gamba sinistra. La persona sembra molto sofferente con le braccia allargate e il capo reclinato. Intorno a lui stanno quattro persone che cercano di confortarlo nella sofferenza e nello stesso tempo rivolgono lo sguardo verso sinistra dove sono apparsi due frati con la tonaca nera degli agostiniani.

La scritta in basso all'affresco chiarisce che si tratta di sant'Agostino e di un suo compagno: S. AGOSTINO RISANA UNA PIAGA CHE OBBLIGAVA VENIRE AL TAGLIO. I familiari dell'ammalato hanno dunque invocato l'intercessione di Agostino perché con il suo intervengo ponga fine alle sofferenze della persona cara. La scritta specifica anche il motivo di tanto trambusto: il malato aveva una ferita molto pericolosa alla gamba, che ormai si era trasformata in una piaga o cancrena. Altri rimedi a quell'epoca non v'erano che eliminare la piaga in modo drastico prima che imputridisse non solo la gamba ma l'intero corpo portando il malcapitato a sicura morte. Il rimedio della medicina medioevale e rinascimentale era semplice: tagliare la gamba.

Per evitare questa deturpazione del corpo i familiari hanno pensato bene di invocare S. Agostino, il cui intervento risolve la questione portando a guarigione l'ammalato. Il santo, sulla sinistra, si sporge verso il malato con le mani aperte quasi a dare la benedizione risolutiva.

Sullo sfondo, oltre la scena principale, si vede una piazza con alcuni alti edifici dove alcuni bambini sembrano giocare a girotondo. Questo miracolo che qui viene attribuito all'intervento di Agostino non è ricordato nelle leggende medioevali che lo riguardano. Non ne troviamo cenno neppure nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine che pure ne aveva elencati più di una decina. Forse non ne era a conoscenza o forse l'episodio che viene qui citato nell'affresco è posteriore alla sua opera.

L'affresco viene attribuito ad un aiuto di Ulivelli, il pittore Bagnoli.

 

 

Chiostro dei Morti

Dal vestibolo della Sagrestia di santo Spirito, tramite una gradinata, si può scendere al primo chiostro, detto Chiostro dei Morti per la grande quantità di lapidi che ne affollano le pareti. Fu ricostruito attorno al 1620 dagli architetti Giulio Parigi e Alfonso Parigi il giovane. È di forma quadrata, con sette arcate a tutto sesto su ciascun lato, sostenute da massicci pilastri squadrati, che si prolungano al piano superiore in lesene inquadranti le finestre in successione. Ad ogni arcata corrisponde una lunetta decorata nel Settecento da vari artisti (Cosimo Ulivelli, Pier Maria Baldi, Atanasio Bimbacci, Paolo Gismondi, Stefano Cascetti, ecc.), alcune datate e firmate, con le Storie della vita di santi agostiniani. Le lunette sono solo in parte restaurate, altre versano in uno stato di conservazione molto precario.