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CICLo AGOSTINIANo con le incisioni di Jean mariette

Agostino rivolge a Dio la sua confessione, immagine dalla stampa di Jean Mariette

Agostino si confessa a Dio

 

 

JEAN MARIETTE

1686

Le incisioni di Jean Mariette per una edizione francese delle Confessioni

 

Agostino rivolge a Dio la sua confessione

 

 

 

Questa incisione è la sola segnata dall'autore: I. B. Corneille invenit I. Mariette sculpsit. Agostino è raffigurato con vestiti all'antica in ginocchio sul pavimento della sua biblioteca. Medita con le mani giunte davanti a due libri aperti su un tavolino. La sua testa è avvolta da una nuvola luminosa. Altri libri, la mitra, il bastone sono deposti per terra.

Il viso di Agostino esprime dei sentimenti di grande spiritualità. Sotto il disegno si legge: Confitebor adversum me injustitiam meam domino. La figura di Agostino che rivolge a Dio la sua confessione è il primo esempio dall'età romanica come soggetto che illustra il libro delle Confessioni.

 

Del resto che segreti avrei per te, Signore, che coi tuoi occhi denudi l'abisso della coscienza umana, anche se non volessi confessarmi a te? Nasconderei te a me, non viceversa. Ora poi che il mio pianto testimonia il fastidio che provo per me stesso, sei tu la luce e il termine del desiderio, del piacere, dell'amore, fino a farmi arrossire di me stesso, a fuggire da me per abbracciare te, a non voler piacere né a me né a te se non per quello che ho da te. Sono tutto davanti a te, Signore, comunque io sia.

E con che frutto io mi confessi a te, l'ho detto. Non con parole che hanno corpo e suono, ma con parole dell'anima e grida del pensiero, che il tuo orecchio conosce. Se sono malvagio confessarmi a te altro non è che dispiacermi; se devoto, altro non è che rendertene merito, perché tu, Signore, benedici il giusto, ma prima, quando ancora è empio, lo giustifichi. Perciò la mia confessione al tuo cospetto, Dio mio, si fa in silenzio e non si fa in silenzio. Tace la voce, grida il sentimento.

AGOSTINO, Confessioni, 10, 2, 2