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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > ChalmaCICLo AGOSTINIANo di Chalma
Il Santuario e il convento agostiniani di Nostro Signore Gesù Cristo e San Michele a Chalma
PEDRO CALDERON
1729-1730
Chalma, Chiostro del convento di Nostro Signore Gesù Cristo e San Michele
Episodi della Vita di sant'Agostino
Il Santuario di Chalma, nel comune di Malinalco, è uno dei luoghi più visitati in Messico dai pellegrini. L'afflusso di persone è inferiore solo a quello della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe. I due santuari sono strettamente legati in quanto, dato che l'immagine di Cristo è apparsa dieci anni dopo la Vergine di Guadalupe, alcuni considerano quest'ultima come la "madre" del Cristo di Chalma.
Il Cristo nero di Chalma continua ad essere venerato nella grotta dove è stato trovato nel 1540 dai monaci agostiniani Bartolome de Jesus Maria e Juan de San Jose, che poi fondarono un monastero presso la grotta con lo scopo di assistere e accogliere i numerosi pellegrini. L'immagine fu portata in una chiesa costruita sul terreno del canyon sotto cui si trovava la grotta, che divenne il primo santuario di Chalma.
Questo santuario è stato ricostruito e ristrutturato più volte, nel 1729 e nel 1830. Il nome ufficiale del santuario è "El Convento Real e Sanctuaria de Nuestro Señor Gesù Cristo e San Miguel de los Cuevas de Chalma" ovvero il Monastero Reale e Santuario di Nostro Signore Gesù Cristo e San Michele delle Grotte di Chalma. L'utilizzo devozionale dell'insediamento agostiniano venne autorizzato e messo sotto la sua protezione da Carlo III nel 1783. Il santuario consiste nella chiesa, nell'ex-monastero seicentesco, dove è collocato il ciclo iconografico agostiniano, e nella grotta.
Una volta arrivati al santuario, la maggior parte dei pellegrini effettua una serie di riti tradizionali, fra cui danzare. Danze tradizionali provenienti da tutto il Messico vengono eseguite dai pellegrini con gli abiti tradizionali della loro regione. Questa danza in onore del Cristo di Chalma, secondo la credenza popolare, serve a purificare i peccati. Questo rituale è così famoso che in Messico, quando si chiede qualcosa di impossibile, si dice che non si può chiedere "senza andare a ballare a Chalma".
La facciata e l'interno della chiesa del Santuario sono di stile neoclassico, introdotto nel corso dell'ultima ristrutturazione. L'iscrizione sul portale della chiesa riporta: "Venid a mi todos los que estáis trabajados y cansados y yo os aliviaré" e cioè "Venite a me tutti voi che lavorate e siete stanchi perché vi darò riposo."
La chiesa è ricca di pitture e sculture con temi religiosi, per lo più eseguiti nel Settecento. Tre sono le principali memorie storiche, devozionali e artistiche: l'immagine del Cristo della Chalma, una scultura dell'arcangelo Michele e un dipinto della Vergine di Guadalupe. Al suo interno si possono ammirare tre cappelle dedicate agli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Altri dipinti narrano scene della vita di Sant'Agostino e di San Nicolò Tolentino e gli episodi della Passione di Cristo si trovano in sacrestia e nel chiostro del convento agostiniano.
Il ciclo
Il ciclo della vita di Agostino fu dipinto fra il 1729-1730 da Pedro Calderòn, all'epoca degli interventi voluti dal priore di Chalma padre Juan Magallanes eletto nel 1723. Originario di Città del Messico dove era nato nel 1684, era entrato nell'ordine agostiniano nel Convento Grande di san Agustin. Dottoratosi in teologia alla Real Universidad, fu nominato Maestro nella provincia messicana del Santissimo Nombre de Jesùs. Nei pochi anni di permanenza a Chalma progettò di ricostruire la chiesa affidando l'opera all'architetto Miguel Custodio Duràn, che la concluse nel 1729. In quel periodo Magallanes curò anche le decorazioni della chiesa e, più tardi, quando ormai aveva lasciato Chalma, continuò generosamente a occuparsi dell'abbellimento del santuario e del convento. Padre Juan Magallanes morì nel 1736 quando era priore del convento di santa Catarina Martir de Ayotzingo. Un suo ritratto è conservato nella sacrestia a Chalma per ricordarlo come benefattore.
All'epoca di padre Magallanes va datato anche l'attuale chiostro, così come le due serie di pitture, nella parte alta di Nicolàs Rodriguez Xuarez, e la Vita di sant'Agostino, che sta nel chiostro basso, opera di Pedro Calderon. Questi dipinti di Calderon sono probabilmente i più importanti di tutta la sua attività di pittore. Dal punto di vista artistico sono di mediocre fattura, in alcune parti buone, in altre anche eccellenti. In tutti i quadri Agostino è raffigurato con il saio dei monaci agostiniani, mentre gli altri personaggi indossano abiti settecenteschi. Nell'angolo in basso si trovano degli scudi dove il lettore curioso può leggere un commento alla scena dipinta.