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Ciclo agostiniano di Chieti

Il miracolo di Cordova

Il miracolo di Cordova

 

 

MICHELE CLERICI

1746-1751

Chieti, chiesa di sant'Agostino, cappella di S. Agata

 

Il miracolo di Cordova

 

 

 

In questa formella scolpita in altorilievo l'artista ha modellato le immagini con la tecnica a stucco. La struttura misura cm 120 in altezza e 100 in larghezza ed è stata successivamente dipinta.

La scena descritta nel pannello si riferisce ad un episodio miracoloso che ha come protagonista san Nicola da Tolentino. L'episodio avvenne a Cordova in Spagna dove nel 1601-1602 infuriò una spaventosa peste. I padri agostiniani del luogo offrivano agli appestati i Panini di S. Nicola e furono testimoni di numerosi prodigi.

In particolare il 7 Giugno 1602 accadde qualcosa di straordinario durante una processione. Quel giorno la statua del Santo fu portata processionalmente all'ospedale dove il cappellano Padre Giovanni Navas l'attendeva all'ingresso reggendo un grande Crocifisso. Lungo il percorso della processione i monaci agostiniani distribuivano i Panini che avevano benedetti poco prima. Giunti all'ingresso dell'ospedale, i portatori del simulacro sollevarono la statua sotto il Crocifisso per benedire la folla che implorava la grazia di essere salvata dalla peste.

Ad un certo punto i fedeli diedero vita a un clamore generale quando videro che il volto di S. Nicola s'era piegato a baciare i piedi del Crocifisso e fu impossibile contenere l'impeto della folla quando fu visto il Crocifisso staccare le braccia dalla croce per abbracciare la statua di san Nicola.

La peste rapidamente disparve e furono innumerevoli le guarigioni ottenute con l'uso dei Panini di S. Nicola. Il Magistrato della città e il Capitolo Metropolitano il 12 Agosto 1602 fecero voto di recarsi ogni anno il 10 Settembre nella chiesa dei Padri Agostiniani per ringraziare il loro Protettore S. Nicola da Tolentino protagonista del singolare prodigio.

 

La chiesa di sant'Agostino a Chieti venne ristrutturata nel Settecento e riccamente decorata a stucco da maestranze lombarde. Dopo l'attività di Girolamo Rizza da Veglio nei primi anni del Settecento i lavori si trascinarono per decenni tanto che nel 1731 venne firmata una convenzione tra i padri e Vittore Fontana per la ripresa dei lavori che erano stati interrotti per mancanza di finanziamenti. Ulteriori lavori furono eseguiti da Domenico Poma nel 1735-1736 e Michele Clerici dal 1746 al 1751. Quest'ultimo, architetto e stuccatore lombardo, fu molto attivo nella provincia di Chieti. Clerici apportò notevoli modifiche al progetto originario tra cui la più importante la realizzazione di una copertura a vela anziché a cupola. L'intera decorazione interna conferma l'eccezionale perizia plastica degli stuccatori lombardi. Di notevole resa pittorica appaiono tanto i pannelli illustranti i principali santi agostiniani, quanto il preziosissimo velario che copre tutta la volta con un fitto e minuto ricamo.

Michele Clerici arriva in Abruzzo verso la metà del Settecento e si afferma come stuccatore e architetto. Appartiene a un gruppo di artisti lombardi, tra cui di Giovan Battista Gianni e Giambattista Gamba, che seguono le orme del milanese Giambattista Ferradini che stuccò l'oratorio di Sant'Antonio dei Cavalieri de Nardis all'Aquila (1646-1687). Ercole Ferradini e Francesco Pozzi stuccarono la Cattedrale dell'Aquila nel 1662 e nel 1673 sotto il controllo di Francesco Bedeschini realizzarono la decorazione della Basilica di Collemaggio. Nel 1692 Loreto Ferradini decora con stucchi la chiesa di San Paolo dei Barnabiti all'Aquila, poi dopo il 1703 decora l'interno del complesso agostiniano di Sant'Amico. In Chieti altri lavori di Michele Clerici li troviamo in Santa Chiara dove collaborò con Carlo Piazzola e Girolamo Rizza.

In sant'Agostino a Michele Clerici va attribuita la realizzazione degli stucchi della Cappella della Madonna della cintura con il dossale inquadrato da arco a tutto sesto fiancheggiato da angeli reggi medaglione. Nell'archivolto si rinvengono decorazioni a stucco con motivi vegetali; due statue e altrettante figure di angeli sopra il loro capo addossati ai pilastri laterali. Al centro è stata collocata la pala di Donato Teodoro della Madonna della Cintura, mentre il coronamento è strutturato con architrave mistilineo su cui poggiano due angeli. Anche la cimasa presenta una decorazione figurata a stucco. L'intera struttura è arricchita da stucchi modellati e medaglioni che riproducono scene della vita di Agostino.

Nella cartella centrale, sopra il dipinto, si legge l'iscrizione sacra () SINT LUMB[...]/ ESTRI PRAECINTI/ [...]

Sempre a Clerici vanno attribuiti gli stucchi che si trovano nella Cappella di sant'Agata della medesima chiesa.