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CICLo AGOSTINIANo di Chantilly

Agostino risana un malato e il suo cuore arde per la Trinità nel manoscritto ms 26 di Chantilly detto Ci nous dit

Agostino risana un malato e il suo cuore arde per la Trinità

 

 

MATHIEU LE VAVASSEUR

1313-1330

Chantilly, Museo Condé ms 26

 

Agostino risana un malato e il suo cuore arde per la Trinità

 

 

 

Questa miniatura conclude il ciclo iconografico agostiniano del codice. Due sono gli episodi che lo caratterizzano: a sinistra c'è la guarigione di un infermo che Agostino fece sul letto di morte e a destra il cuore di Agostino che agogna la Santissima Trinità.

Nel primo episodio, che viene citato da Possidio e nella Legenda Aurea, Agostino compie un miracolo: il santo è riconoscibile perché è vestito da vescovo, ha la mitra in testa e un'aureola che gli cinge il capo. Guarisce un malato che si sta rivolgendo a lui, disteso sul letto in punto di morte, implorandolo di ridargli la sanità del corpo.

Sul lato destro un sacerdote sta mostrando un oggetto di difficile individuazione e due persone una delle quali regge un libro aperto. Il testo chiarisce il significato della scena: si tratta del cuore di Agostino conservato nel suo reliquiario a Pavia che si anima quando si parla della Santissima Trinità.

L'episodio che si trova citato negli Acta Santorum non compare in alcuna altra fonte storica o letteraria agostiniana per cui è difficile scoprire l'origine di questa raffigurazione. In realtà il cuore di Agostino compare anche in altre circostanze ma in un contesto completamente diverso.

La citazione, unica nel suo genere, rivela la ricchezza del codice e soprattutto rivela che il suo autore ebbe a sua disposizione una notevole molteplicità di fonti cui attingere, alcune delle quali ci risultano attualmente sconosciute.

 

Il Museo Condé, ospitato nel castello di Chantilly a nord di Parigi, è uno dei più importanti musei d'arte francese. Fu voluto da Enrico d'Orléans, duca d'Aumale che nel 1884 lasciò in legato il castello con la sua eccezionale collezione d'arte antica all'Institut de France con l'obbligo di farne un museo da aprire al pubblico. Il museo venne inaugurato nel 1898.