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MS. 49.203: Graduale di Wettingen a Cleveland

Ciclo di miniature di Agostino nel Graduale di Wettingen

Ciclo di miniature di Agostino nel Graduale di Wettingen

 

 

MAESTRO DI WETTINGEN

1330-1340

Cleveland, Cleveland Museum of Art, ms. Ref 49.203

 

Storie di sant'Agostino

 

 

 

Un foglio del Graduale del Wettingen conservato al Museum of Art di Cleveland presenta una (I) Iniziale istoriata con scene della vita di Sant'Agostino. Il Graduale è stato scritto verso il 1330 da un amanuense che viene definito il Maestro del Graduale Wettingen. E' un amanuense tedesco del Basso Reno forse di Colonia. La pagina è realizzata con inchiostro, tempera e oro su pergamena.

Sul verso sono presenti cinque righe che costituiscono l'incipit dell'introitus della festa di S. Agostino, accompagnate da articolate decorazioni che non trovano riscontro in altre parti del manoscritto.

Tre sono i volumi che costituiscono il cosiddetto Graduale di Wettingen, realizzato a Colonia per un convento di Eremiti Agostiniani e giunto da Zurigo nel monastero cistercense di Wettingen dopo la Riforma. Le iniziali del primo volume sono opera del Maestro del Graduale il Vecchio.

Il fulcro della decorazione è costituito da un'unica lunga e massiccia iniziale I, suddivisa in quattro scomparti separati, che raffigurano altrettante scene della vita di sant'Agostino su un fondo dorato e separati da intrecci di

Negli scomparti si legge (dal basso verso l'alto): Agostino insegna prima della sua conversione; il sogno della madre di Agostino; Il battesimo di Agostino e infine Agostino che insegna ai monaci. Alcuni rami vegetali si sviluppano alle estremità  ella lettera iniziale racchiudendo con eleganza il testo. Superiormente si notano scene zoomorfe con un levriero che insegue una lepre che fugge. Nel bordo inferiore un frate con il suo saio nero è inginocchiato in preghiera e tiene in mano un cartiglio dove troviamo scritto "ORA PRO NOBIS BEATE PATRE AUGUSTINE".

L'iniziale introduce nel Santorale la festa di sant'Agostino, che cade il 28 agosto, con la scritta gotica "In medio Ecclesiae aperuit os eius et templavit ..." cioè "In mezzo alla chiesa aprì la sua bocca". La preminenza di questa iniziale all'interno del graduale e la raffigurazione di un canonico agostiniano nell'estensione marginale superiore, fa ritenere che il manoscritto sia stato prodotto da o per una comunità di monaci agostiniani. L'analisi stilistica fa credere che vi abbiano lavorato due artisti di due generazioni diverse attivi nell'area di Colonia dove esisteva uno scriptorium.

Influenzati dalla pittura manoscritta parigina, i miniatori hanno aggiunto estensioni di viticci che sorreggono uccelli, animali e, sotto, un monaco agostiniano in preghiera. Sebbene non si sappia nulla della sua vita, il miniaturista o gli artisti che hanno realizzato l'opera, rivelano stili di lavoro legati al Manoscritto di Colonia e alla pittura su tavola. È probabile che questo foglio, e il codice originario da cui proviene, siano appartenuti ad una comunità religiosa agostiniana di Colonia.

L'inserzione di scene in capolettera ha altri esempi nelle miniature francesi, per quanto non così grandiosi come nel caso di Wettingen, che si avvicina piuttosto ad altri esempi nell'ambito svizzero.

Il secondo autore, più giovane, intervenne nelle decorazioni, specialmente nella stesura del fondo oro. E' possibile che la provenienza dei due autori fosse alto-renana e che abbiano eseguito la loro opera presso una delle fondazioni eremitane presenti in Svizzera.

 

Il programma iconografico fu elaborato quasi certamente da una committenza colta a conoscenza della vita di Agostino, da cui seppe trarre alcuni episodi particolarmente significativi anche per gli Agostiniani.

Le scene sono distribuite con un ordine simbolico che vede uno sviluppo dal basso verso l'alto in accordo con la elevazione spirituale del santo.

La prima sede di eremiti nel territorio dell'odierna Svizzera, a Friburgo, fu probabilmente fondata da monaci agostiniani toscani un anno prima della fusione del 1256. Prima della fine del XIII secolo sorsero altri conventi a Zurigo (1270), Basilea (1276), Berna (prima del 1287) e Vevey (1297/1301): quegli anni segnarono pure il momento di massima espansione in Svizzera. Ci furono in seguito solo due nuove fondazioni: Bellinzona (1444/1445) e Ginevra (1479/1483). Le sedi di Berna (documentata solo nel 1287) e di Vevey (che i frati dovettero abbandonare nel 1312) non si svilupparono oltre la fase iniziale.

Le relazioni che nel medioevo i conventi agostiniani intrattenevano tra loro e con le comunità cittadine sono state finora poco studiate. Nella cura d'anime, gli eremiti non operavano solo tra le mura della città (la chiesa conventuale serviva quasi da parrocchia del quartiere), ma pure sul territorio limitrofo, dove agivano come vicari, predicatori, confessori e questuanti. Spesso, le loro fondazioni possedevano ingenti beni, gestivano comunità di beghine e ospizi per pellegrini; essi erano quindi interessati a mantenere buoni rapporti con le autorità, dalle quali dipendeva il loro benessere.