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PITTORI: Virgilio Nucci

La Madonna della Cintura, Agostino, Nicola da Tolentino e santi

La Madonna della Cintura, Agostino, Nicola da Tolentino e santi

 

 

VIRGILIO NUCCI

1609

Cascia, chiesa di sant'Agostino

 

La Madonna della Cintura, Agostino, Nicola da Tolentino e santi

 

 

 

 

Si tratta di una delle tele più importanti conservate nella chiesa di sant'Agostino a Gubbio. Viene attribuita a Virgilio Nuccio da Gubbio: l'opera che risale al 1609 e si trova collocata sul primo altare a sinistra, ritrae la Madonna della Cintura assisa sulle nubi che dona la cintura ai santi Agostino e Nicola, i quali a loro volta sovrastano altri quattro santi e cioè san Claudio, sant'Antonio abate, santa Monica e santa Petronilla. Il soggetto raffigurato testimonia la presenza nella chiesa di una confraternita di cinturati, confermata anche da alcuni documenti che ne attestano l'esistenza fin dal 1546.

Al livello superiore della composizione, la Vergine incoronata e il Bambino si rivolgono ad Agostino e Nicola, mentre dal fondo sopraggiungono due angeli che sostengono ciascuno un fascio di cinture.

Sulla sinistra Agostino, con il piviale episcopale, ha tolto la mitra in segno di rispetto, mentre Nicola con il gesto della mano sinistra introduce gli altri santi. L'autore Virgilio Nucci era figlio del pittore Benedetto di Gubbio, attivo nella città d'origine come pure a Spoleto e Cascia. Influenzato dalla pittura tardo manierista, nei primi decenni del Seicento si rivolge all'opera di Barocci e si pone come elemento di transizione verso il barocco in Umbria.

Questa scena è molto diffusa nella devozione dell'ordine agostiniano. L'episodio riprende le parole di Isaia Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius, che formano il riferimento teologico in ambito agostiniano del culto della cintura. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana e fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre.

La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento. Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonchè a Tagaste.

Nel quadro di Cascia c'è una variante in quanto la Vergine consegna la cintura ad Agostino e a san Nicola da Tolentino. Una corona di angeli assiste alla scena, mentre su un piano inferiore quattro santi, fra cui Monica (vestita con la cocolla nera delle agostiniane) in ginocchio e con le mani giunte in preghiera, rivolgono lo sguardo verso l'alto dove la Vergine con il bambino stanno offrendo la cintura.

 

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.