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Assunzione di Maria tra Sant'Agostino, Santa Monica, San Francesco e San Girolamo
NUCCI VIRGILIO
1591
Gubbio, Museo Comunale
Assunzione di Maria tra Sant'Agostino, Santa Monica, San Francesco e San Girolamo
Questa tela si trovava nella sesta cappella della chiesa di Gubbio. Una cappella in onore della Madonna Assunta è documentata, pur con qualche dubbio, a partire dal 1510, e questo fatto coincide con altri indizi, quali la presumibile provenienza dalla chiesa di Sant'Agostino della tavola tardo quattrocentesca rappresentante l'Assunta tra Sant'Agostino e Santa Monica di Nucci ora nel Museo Comunale di Gubbio. L'odierno altare dovrebbe essere quello documentato a partire dal 1588 e poco dopo fornito di una pala. Nel 1651 l'altare dell'Assunta è tra i sette privilegiati della chiesa.
Il dipinto raffigura l'Assunzione di Maria tra Sant'Agostino, Santa Monica, San Francesco e San Girolamo. Si tratta di un'opera che veniva assegnata dalla maggior parte degli storici dell'arte locale ad Urbano de' Daceschi, pittore cantianese conosciuto solo tramite una menzione nel testamento redatto da Felice Damiani nel 1605. Indagini recenti hanno permesso, invece, di appurare che la pala venne eseguita dall'eugubino Virgilio Nucci. Da un rogito notarile del 5 giugno 1591 si apprende che il Nucci acquistò da Teodora Paulozzi "la Torre de Calzolari" accettando di corrispondere alla donna il prezzo di 150 fiorini "in tanta pictura", soprattutto con l'esecuzione di un quadro da porre "in capella divi Augustini de Eugubio".
Nel suo testamento del 16 marzo 1592 Teodora lasciò ai frati di sant'Agostino 12 fiorini affinché ogni anno facessero celebrare un anniversario per l'anima sua all'altare dell'Assunzione di Maria esistente nella chiesa, dove era ubicata la sepoltura dei Paulozzi. L'inventario del 1731 circa permette di appurare sia l'ubicazione della cappella di patronato degli eredi di Teodora Paulozzi (la penultima a sinistra), sia il soggetto preciso del quadro posto sul relativo altare, e conseguentemente di identificare il dipinto in questione con l'Assunta e Santi. A conferma di tale riconoscimento sono i positivi confronti con altre opere di Virgilio Nucci quali la Madonna in Gloria nelle raccolte comunali di Cascia, la Madonna col Bambino, Santi e Sante nel monastero eugubino di San Marziale, la "Pala Tondi" e il San Girolamo penitente nei depositi del Museo Comunale di Gubbio.
La bella cornice centinata dell'Assunta, dorata ed intagliata con motivi a vitinei, fusaiole e perlature, presenta strette analogie con quella della pala, datata 1597, sull'altare della cappella laterale della chiesa di Santa Maria della Vittorina, opera attribuita a Giovanni Maria Baldassini. Dello stesso autore è nota una Madonna con il Bambino tra i santi Agostino e Francesco nella chiesa di S. Agostino a Gubbio.
La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.
Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)