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La Vergine, Agostino, Rita, santi e le anime del purgatorio
VIRGILIO NUCCI
1609
Cascia, chiesa di sant'Agostino
Madonna del Soccorso, Agostino, Rita, santi e le anime del purgatorio
Sulla parete all'interno della chiesa di sant'Agostino si può ammirare una complessa e bella scena con la Vergine in piedi entro una mandorla che si rivolge ai Santi Agostino (sinistra) e Rita (a destra) genuflessi in preghiera. Entrambi i santi sono raffigurati con la tipica cocolla nera dei monaci agostiniani. Agostino indossa anche il manto episcopale con tutti i relativi attributi di tale dignità ecclesiastica. Un nugolo di angeli fa da contorno ala scena che si sviluppa anche nel piano inferiore in basso, dove alcune monache oranti sono in ginocchio assieme a numerose anime purganti.
Una triade di angeli ai piedi della Madonna segna il passaggio dal piano superiore al piano inferiore con le monache e le anime purganti. Delle vivide fiamme si alzano fra i purganti che si rotolano per terra nel dolore della espiazione. dei peccati. In primo piano a sinistra, una donna, forse una madre, alza al cielo il proprio figlio nudo quasi a chiedere una grazia o un favore per una situazione di sofferenza.
L'affresco, a parete, si inserisce in una grande cornice dove in piccoli riquadri sono inserite altre singole scene: in alto Dio Padre osserva il tutto e offre la sua benedizione con un ampio gesto della mano destra.
La figura di Agostino viene talvolta associata alle anime del Purgatorio. In ginocchio di fronte alla Vergine, assieme a Monica, Santa Rita o san Nicola da Tolentino (santi agostiniani) compare in alcune composizioni a impetrare l'aiuto divino per le anime dannate ma non condannate eternamente, affinché possano ascendere in cielo.
Sant'Agostino aveva sostenuto l'esistenza di uno stato intermedio di prova tra la felicità futura e la dannazione, quello della purificazione delle anime attraverso il fuoco. La dottrina del Purgatorio fu comunque formulata nel VI secolo e proclamata dogma della Chiesa dal Concilio di Firenze nel 1439.
Agostino attesta la fermissima fede della Chiesa dei primi secoli nella esistenza del Purgatorio.
Scrive: "Non si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà dei loro cari ancora in vita, quando è offerto per loro il sacrificio del Mediatore (qui sant'Agostino sta parlando del sacrificio della Santa Messa), oppure mediante elemosine"
AGOSTINO, De fide, spe, et caritate
Ancora, per suffragare la tesi che la Chiesa abbia conosciuto la dottrina del purgatorio sin dall'inizio, citiamo il documento di sant'Agostino "Le Otto questioni di Dulcizio":
"PRIMA QUESTIONE: I battezzati peccatori saranno liberati dalla geenna? La tua prima domanda è questa: È possibile a coloro che hanno peccato dopo il battesimo essere liberati una buona volta dall'inferno? Tu dici che su questo argomento le opinioni sono diverse. Alcuni rispondono che i tormenti dei peccati sono senza fine, come il premio dei giusti. Essi vogliono infatti affermare che il castigo è eterno quanto il premio. Ma contro costoro c'è la parola evangelica che dice: "Non uscirai di là, finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo ". Ne deriva quindi che, saldato il debito, possa uscire. Questa, noi crediamo, è anche la sentenza dell'Apostolo che dice: " Egli si salverà però come attraverso il fuoco ".
La questione se il purgatorio fosse esistente o meno era già attuale ai tempi di Agostino, ma egli non aveva alcun dubbio al riguardo. Ancora leggiamo dallo stesso documento : Ho detto ancora qualcosa di simile a Lorenzo ed è questo : Il tempo frapposto tra la morte dell'uomo e la risurrezione finale trattiene le anime in dimore misteriose, a seconda che ciascuna abbia meritato quiete o afflizione, in rapporto a quel che ha ottenuto in sorte finché viveva nella carne. Non si deve nemmeno negare che le anime dei defunti ricevono sollievo dalla pietà dei propri cari che sono in vita, quando viene offerto per loro il sacrificio del Mediatore o si fanno elemosine nella Chiesa. ". In un altro passo di uno dei suoi numerosi documenti sant'Agostino afferma : "Una lacrima per i defunti evapora, un fiore sulla tomba appassisce, una preghiera, invece, arriva fino al cuore dell'Altissimo."