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PITTORI: Giovanni di Paolo

Agostino e il paradiso terrestre, dipinto di Giovanni di Paolo

Agostino e il paradiso terrestre

 

 

GIOVANNI DI PAOLO

1460 - 1465

Siena, Pinacoteca Nazionale

 

Agostino e il paradiso terrestre

 

 

 

 

Nato a Siena, è tra i massimi esponenti della pittura senese quattrocentesca. Inizialmente influenzato da Lorenzetti e forse scolaro di Taddeo di Bartolo, segue poi i modi tradizionali di Gentile da Fabriano e le novità stilistiche di Sassetta. Dotato di forte temperamento e sottile sensibilità, Giovanni si mostra paesista e narratore fascinoso, spesso perduto in un suo gusto fantastico.

Collocabile fra il 1460 e il 1465 è il Giudizio Universale, alla Pinacoteca Nazionale di Siena, in cui l'artista si è ormai allontanato dalla iconografia medioevale: il particolare ci offre la scena del Paradiso terrestre con santi fra cui Agostino. In alto a destra si nota l'accorato abbraccio fra Agostino e la madre Monica.

Nella Historia Augustini era già stata rappresentata una scena tratta delle riflessioni di Agostino circa la vita futura. Volgendo lo sguardo alla Trinità, che gli appariva in alto in mezzo alle nuvole, Agostino aveva la visione della bocca del Leviatano che ai suoi piedi sputa le anime dei dannati in mezzo alle fiamme. In questa iconografia ritorna il tema del Giudizio Universale.

Per un credente cristiano a favore dell'Aldilà c'è da aggiungere tutto quanto presentato e descritto nelle Sacre Scritture, come l'esperienza di Cristo risorto, il mistero della Provvidenza e la sua presenza, non identificabile con una mera coincidenza, nell'esistenza di tante persone e della stessa storia, la biografia straordinaria di alcuni Santi. Il messaggio cristiano chiama l'Aldilà "Casa del Padre". Anche la Fede conduce alla conoscenza: un atto di amore, e quindi di fede nell'altro, è sempre la premessa di un successivo "ingresso" interiore nella complessa personalità dell'interlocutore che si ha vicino.

Tra fede e ragione vi è una stretta correlazione: la prima cerca l'intelligibilità delle cose (Fides quaerens intellectum). Scriveva Sant'Agostino: "Credo ut intellegam". Ma, quando c'è l'onestà mentale del ricercatore, può essere anche il contrario: "Intellego ut credam". In altre parole: se la Fede illumina la scienza, quest'ultima purifica la prima dalle tante frequenti e infantili credenze superstiziose.

 

 

Giovanni di Paolo

Pittore e miniaturista italiano, è stato uno degli artisti più importanti della scuola senese quattrocentesca.

Nelle opere giovanili si nota l'influenza dei maestri senesi precedenti, come Pietro Lorenzetti, ma il suo stile maturo diventò sempre più personale, caratterizzato da colori forti, netti, e forme allungate, seguendo poi i modi tradizionali di Gentile da Fabriano e le novità stilistiche di Sassetta.

Dotato di forte temperamento e sottile sensibilità, Giovanni si mostra paesista e narratore fascinoso, spesso perduto di un suo gusto fantastico. I suoi polittici tardogotici suggeriscono un'atmosfera quasi surreale, le figure umane, molto espressive e definite da segni di contorno netti, sono dipinte in paesaggi geometrici arricchiti di piccole scene miniaturistiche. Di lui si conoscono varie opere con soggetto Agostino e alcuni tratti della sua vita, oggi disperse in tutto il mondo. Nella Pinacoteca di Siena si conservano molte delle sue opere, tra cui spiccano la Madonna dell'Umiltà (1445 ca.) e il Giudizio universale (1460-1465).