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PITTORI: Giovanni di Paolo

Agostino vescovo, dipinto di Giovanni di Paolo

Agostino vescovo

 

 

GIOVANNI DI PAOLO

1465-1470

Cambridge, Fogg Art Museum

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

 

Molto espressiva è questa raffigurazione del santo vescovo di Ippona che Giovanni di Paolo ha realizzato nella seconda metà del '400. L'opera che oggi è conservata a Cambridge al Fogg Art Museum della Harvard University, rivela una grande capacità dell'artista di esprimere nei segni del viso quella grande penetrazione dell'intelletto e della ragione che sono i tratti salienti dell'opera di Agostino come teologo e come pastore. Il santo è ritratto in ricchi abiti vescovili, porta la mitra gemmata in testa da cui scendono i fanoni, con la mano sinistra regge una croce, mentre con la destra tiene un libro chiuso. Sul piviale damascato poggia un bastone pastorale di tipo pontificio, la ferula, che culmina con una croce.

La tavola, delle dimensioni di 60x36 cm circa, probabilmente apparteneva ad un polittico figura intera. Di questa serie si conservano i pannelli di Ambrogio e Gregorio. In particolare quest'ultimo riserva una sorpresa in quanto sul suo libro aperto si legge SI DELICIOSO CUPITIS PABULO SAGINARI BEATI AUGUSTINI OPERA LEGITE ET AD COMPARATIONEM ILLIUS NOSTRI FURFUREM NON QUERATIS ("se volete nutrirvi di cibo delizioso, leggete le opere minori di Agostino e non cercate di confrontare il suo grano di prima scelta con la nostra crusca").

La tavola  fu venduta a Londra nel 1909 e fu acquisita dal Museo di Cambrigde nel Massachussets nel 1938.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6

 

 

Giovanni di Paolo

Pittore e miniaturista italiano, è stato uno degli artisti più importanti della scuola senese quattrocentesca.

Nelle opere giovanili si nota l'influenza dei maestri senesi precedenti, come Pietro Lorenzetti, ma il suo stile maturo diventò sempre più personale, caratterizzato da colori forti, netti, e forme allungate, seguendo poi i modi tradizionali di Gentile da Fabriano e le novità stilistiche di Sassetta.

Dotato di forte temperamento e sottile sensibilità, Giovanni si mostra paesista e narratore fascinoso, spesso perduto di un suo gusto fantastico. I suoi polittici tardogotici suggeriscono un'atmosfera quasi surreale, le figure umane, molto espressive e definite da segni di contorno netti, sono dipinte in paesaggi geometrici arricchiti di piccole scene miniaturistiche. Di lui si conoscono varie opere con soggetto Agostino e alcuni tratti della sua vita, oggi disperse in tutto il mondo. Nella Pinacoteca di Siena si conservano molte delle sue opere, tra cui spiccano la Madonna dell'Umiltà (1445 ca.) e il Giudizio universale (1460-1465).