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PITTORI: Benozzo Gozzoli

Agostino soffre un mal di denti a Cassiciaco

Agostino soffre un mal di denti a Cassiciaco

 

 

BENOZZO GOZZOLI

1463-1465

Cambridge, Fogg Art Museum

 

Agostino soffre un mal di denti a Cassiciaco

 

 

 

Il disegno di Benozzo Gozzoli raffigura una scena della vita di Agostino che è stata proposta soprattutto in epoca medioevale fino al Quattrocento. Si tratta dell'episodio del mal di denti, che Agostino soffrì a Cassiciaco durante il suo soggiorno nella villa di Verecondo. Agostino ne parla in questi termini in una pagina delle Confessioni: "Quando avrò distillata in cuore tutta la memoria di quei liberi giorni? Ma non ho dimenticato e non tacerò l'asprezza del tuo staffile e la furia mirabile della tua misericordia. Mi tormentavi in quei giorni con il male ai denti, e quando fu tanto forte che non ero più in grado di parlare, mi affiorò in cuore l'idea di invitare tutti i miei amici presenti a scongiurarti in vece mia, Dio di ogni salute. E lo scrissi su una tavoletta e la diedi loro da leggere. Avevamo appena piegate le ginocchia in atteggiamento di supplica, che il dolore era sparito. E quale dolore! E come? Ne fui spaventato, lo confesso, mio Signore e mio Dio. In vita mia non avevo provato mai nulla di simile. E questi cenni della tua potenza si insinuarono nel profondo di me stesso, e nella gioia della fede resi lode al tuo nome. E quella stessa fede non mi lasciava stare senza angoscia per i peccati commessi in passato, perché ancora non mi erano stati rimessi con il tuo battesimo. " AGOSTINO, Confessioni 9, 5, 12

L'episodio venne ricordato anche in una celebre opera medioevale di Jacopo da Varagine che narrava le Vite di alcuni Santi, fra cui Agostino. Il vescovo ligure si esprimeva in questi termini: "Gli venne allora un forte mal di denti, tanto che non poteva parlare: scrisse che si pregasse per lui, acciocchè quel mal di denti cessasse, poi si mise in ginocchio, appena egli si fu inginocchiato, il male cessò." JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

Il disegno data al 1463-1465 e venne probabilmente eseguito a Firenze con un inchiostro bruno su carta antica e l'uso di un secondo inchiostro marrone più caldo usato per rafforzare diverse figure nel gruppo maggiore. Le sue dimensioni reali sono piccole: solo 9,7 x 13,2 cm. In margine al disegno si trovano delle parole che descrivono la scena, forse di mano dell'artista: "in un orto come santo aughustino ... un Ficho .. Gli venne ben grande dolor di denti in modo che no[n] poteva parlare ... preghate Idio per me. Venne un libro da cielo ... "

Nel disegno di Benozzo Agostino è seduto sotto un albero con la mano sinistra che tocca la guancia mentre l'espressione del viso indica una sofferenza fisica per il mal di denti. Lo sguardo e le mano destra si rivolgono quasi imploranti a tre personaggi: due in piedi e uno in ginocchio. Il primo, più vicino ad Agostino, gli offre un libro. Gli altri due sono in attesa, anzi sono in preghiera. La scena si svolge in un ambiente campestre, quale era la campagna che circondava la villa di Verecondo.

 

 

Benozzo Gozzoli

Benozzo di Lese nacque a Firenze nel 1420 circa e fu felice autore di diversi cicli di affreschi. Benozzo è amabilmente decorativo in qualsiasi condizione di committenza. Entra nel vivo della scuola artistica fiorentina durante gli anni quaranta. Nel 1450 è a Montefalco; dopo un viaggio a Roma nel 1458 riceve l'incarico più importante della sua carriera: decorare la cappella privata nel Palazzo Medici a Firenze con la sontuosa Cavalcata dei Magi. Fin dalla sua costruzione, la Cappella, luogo dalla duplice funzione di preghiera e di sala per le visite, è ammirata per l'incomparabile bellezza dovuta certamente agli straordinari affreschi di Benozzo. Qui i Medici con i loro alleati e seguaci sono raffigurati in un corteo scenografico collocato in un paesaggio reale e fantastico al tempo stesso, agghindati come i Magi e il loro seguito nell'atto di approssimarsi all'altare. Nel corteo l'artista si ritrae per ben due volte. Per spirito, stile e tecnica questi straordinari affreschi possiedono una magnificenza che non ha precedenti. Nel 1460 si sposa con Maddalena di Luca di Iacopo di Cione, figlia di un mercante di tessuti, dalla quale nasceranno nove figli, tra i quali Francesco e Alessio, divenuti artisti. Nel 1461 gli viene commissionata la Pala della Purificazione dalla Compagnia della Purificazione, una Confraternita intimamente legata alla famiglia dei Medici. Tra il 1464 e il 1466 risiede a San Gimignano dove lavora in sant'Agostino all'omonimo ciclo l'unico ciclo conosciuto della Vita del Santo nell'arte del Rinascimento toscano. Per la fine della pestilenza (1464) che imperversa sulla cittadina dipinge due immagini di San Sebastiano. Altra commissione sono le Storie dell'Antico testamento nel Camposanto di Pisa (1468-1484) nate dalla collaborazione con l'Opera della cattedrale di Pisa che dura per più di sedici anni. Dall'inizio dei lavori nel Camposanto, terminati nel 1484, fino al 1495 Benozzo fa di Pisa la sua residenza e il centro della sua attività. Per tutti questi anni il prolifico maestro dirige una bottega che esegue un grande numero di opere (pale d'altare, affreschi, tabernacoli stradali e gonfaloni) per la città e i suoi dintorni. Del monumentale ciclo pittorico con scene dell'Antico Testamento, affrescato sulle pareti del Camposanto, non rimane oggi quasi più traccia soprattutto a causa della tecnica usata, una combinazione di fresco e tempera. Nel 1495-1497 probabilmente Benozzo torna a Firenze e poi a Pistoia dove, nella Sala Ghibellina del Palazzo Comunale lascia la sua ultima opera, la sinopia per la Maestà. Muore il 4 ottobre del 1497.