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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Benozzo GozzoliPITTORI: Benozzo Gozzoli
Sant'Agostino ai piedi della croce
BENOZZO GOZZOLI
1464
San Gimignano, chiesa di s. Agostino
Sant'Agostino e altri santi agostiniani ai piedi della Croce
L'affresco realizzato da Gozzoli, probabilmente in occasione della sua permanenza a san Gimignano per dipingere il ciclo di sant'Agostino, si trova nella chiesa di sant'Agostino. Ai piedi della croce l'autore ha raffigurato la Vergine e san Giovanni con indumenti chiari e dal viso triste e accorato. Ai loro lati troviamo, sulla sinistra, san Nicola da Tolentino riconoscibile per il sole raggiante sul petto e, sulla destra, sant'Agostino. Ai piedi, inginocchiato, c'è un frate devoto, probabilmente il priore agostiniano che commissionò l'opera.
Agostino indossa l'abito vescovile sopra la cocolla nera dei monaci del suo ordine. nero è anche l'abito monacale dei due frati agostiniani narrati. In testa Agostino ha la mitra, circondata da un'aureola nerastra. le mani del santo sono mosse elegantemente per accompagnare lo sguardo pietoso del viso che si rivolge alla figura del Cristo crocifisso. Il viso di Agostino è quello di un uomo maturo, quasi vecchio con una fluente barba grigiastra che gli avvolge tutto il mento e le guance.
Sant'Agostino
Nel coro della chiesa di Sant'Agostino a San Gimignano Gozzoli eseguì splendidi lavori fra cui gli affreschi del ciclo con le Storie della vita di sant'Agostino, commissionato da fra Domenico Strambi nel 1464. Sempre in quello stesso anno gli agostiniani decisero di far realizzare al pittore un affresco votivo con San Sebastiano intercessore a circa metà della navata centrale della chiesa. San Gimignano era stata colpita duramente dalla peste tra il 1462 e il 1464. Il Comune aveva già deliberato, fin dal gennaio del 1463, di far realizzare un affresco con l'immagine di San Sebastiano all'interno della Collegiata, ma nel giugno 1464 alla nuova esplosione del morbo gli agostiniani chiesero al Gozzoli di lasciare momentaneamente in sospeso la decorazione del coro per dedicarsi alla realizzazione di questo affresco votivo che risulta completato il 28 luglio 1464.
Nel 1465 il Comune di San Gimignano incaricò il Gozzoli di portare a compimento l'affresco con il San Sebastiano per il quale aveva deliberato fin dal 1463. Il pittore lo terminò il 18 gennaio 1466, due giorni prima della festa del santo. Realizzò anche due pale d'altare, entrambe conservate nel Museo civico della città: una Madonna col Bambino in trono, incoronata da due angeli, e i Santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta firmata e datata 1466, dipinta per la chiesa conventuale di Maria Maddalena a San Gimignano; l'altra, Madonna dell'Umiltà tra Sant'Andrea e San Prospero, e due angeli, firmata e datata 28 agosto 1466. Durante il soggiorno sangimignanese Benozzo si occupa anche del restauro della Maestà (1317) di Lippo Memmi posta nell'odierna "Sala di Dante" all'interno del Palazzo Pubblico. Il lavoro venne eseguito entro il 1467. Del 1466 è la pala d'altare della cappella Rustici in Santa Maria dell'Oro a Terni con il Matrimonio Mistico di santa Caterina. Nel 1467 partì da San Gimignano per Pisa.
Benozzo Gozzoli (1420 - 1497)
Benozzo di Lese nacque a Firenze nel 1420 circa e fu felice autore di diversi cicli di affreschi. Benozzo è amabilmente decorativo in qualsiasi condizione di committenza. Entra nel vivo della scuola artistica fiorentina durante gli anni quaranta. Nel 1450 è a Montefalco; dopo un viaggio a Roma nel 1458 riceve l'incarico più importante della sua carriera: decorare la cappella privata nel Palazzo Medici a Firenze con la sontuosa Cavalcata dei Magi. Fin dalla sua costruzione, la Cappella, luogo dalla duplice funzione di preghiera e di sala per le visite, è ammirata per l'incomparabile bellezza dovuta certamente agli straordinari affreschi di Benozzo. Qui i Medici con i loro alleati e seguaci sono raffigurati in un corteo scenografico collocato in un paesaggio reale e fantastico al tempo stesso, agghindati come i Magi e il loro seguito nell'atto di approssimarsi all'altare. Nel corteo l'artista si ritrae per ben due volte. Per spirito, stile e tecnica questi straordinari affreschi possiedono una magnificenza che non ha precedenti. Nel 1460 si sposa con Maddalena di Luca di Iacopo di Cione, figlia di un mercante di tessuti, dalla quale nasceranno nove figli, tra i quali Francesco e Alessio, divenuti artisti. Nel 1461 gli viene commissionata la Pala della Purificazione dalla Compagnia della Purificazione, una Confraternita intimamente legata alla famiglia dei Medici. Tra il 1464 e il 1466 risiede a San Gimignano dove lavora in sant'Agostino all'omonimo ciclo l'unico ciclo conosciuto della Vita del Santo nell'arte del Rinascimento toscano. Per la fine della pestilenza (1464) che imperversa sulla cittadina dipinge due immagini di San Sebastiano. Altra commissione sono le Storie dell'Antico testamento nel Camposanto di Pisa (1468-1484) nate dalla collaborazione con l'Opera della cattedrale di Pisa che dura per più di sedici anni. Dall'inizio dei lavori nel Camposanto, terminati nel 1484, fino al 1495 Benozzo fa di Pisa la sua residenza e il centro della sua attività. Per tutti questi anni il prolifico maestro dirige una bottega che esegue un grande numero di opere (pale d'altare, affreschi, tabernacoli stradali e gonfaloni) per la città e i suoi dintorni. Del monumentale ciclo pittorico con scene dell'Antico Testamento, affrescato sulle pareti del Camposanto, non rimane oggi quasi più traccia soprattutto a causa della tecnica usata, una combinazione di fresco e tempera. Nel 1495-1497 probabilmente Benozzo torna a Firenze e poi a Pistoia dove, nella Sala Ghibellina del Palazzo Comunale lascia la sua ultima opera, la sinopia per la Maestà. Muore il 4 ottobre del 1497.