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PITTORI: Benozzo Gozzoli

Agostino e i Dottori della Chiesa con il Cristo Pantocratore

Agostino e san Giovanni Evangelista

 

 

BENOZZO GOZZOLI

1491

Castelfiorentino, Museo Benozzo Gozzoli

 

Agostino e i Dottori della Chiesa con il Cristo Pantocratore

 

 

 

Il dettaglio di affresco di Benozzo Gozzoli mostra sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa seduto di fronte a san Giovanni evangelista. Fra i due si alza perentoria l'immagine dell'aquila con le ali dispiegate simbolo dell'evangelista Giovanni. La scena appartiene a una composizione più ampia che illustra gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa nell'intradosso del tabernacolo della Visitazione, oggi conservato nel Museo Benozzo Gozzoli a Castelfiorentino.

Agostino indica con l'indice della mano destra il testo che sta scritto nelle pagine del libro che tiene aperte. Si tratta dell'incipit del Vangelo di Giovanni: "In principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum. Hoc erat in principio apud Deum et ..."

Il viso di Agostino, ancora giovanile, ha un aspetto meditativo, quasi mistico. Sotto l'abito episcopale il santo indossa la nera tunica dei monaci agostiniani, che emerge con chiarezza sulle spalle e attorno al collo. San Giovanni, intento a scrivere e con una penna e un calamaio in mano, lo guarda con una punta di affetto abbozzando un sorriso. San Giovanni è qui ritratto come un gran vegliardo con una folta barba bianca che gli scende sul petto. Alle loro spalle si sviluppa il cielo con le sue sfere.

Benozzo ha eseguito alcuni monumentali tabernacoli-oratori a Certaldo e Legoli, tuttavia i due più importanti, per la posizione geografica, per le dimensioni e per la committenza, furono quelli eseguiti a Castelfiorentino. Entrambi i tabernacoli furono commissionati dal priore di Castelnuovo messer Grazia di Francesco. Uno è noto come tabernacolo della Madonna della Tosse, l'altro è conosciuto come tabernacolo della Visitazione. Quest'ultimo venne completato nel 1491 con la collaborazione dei figli Francesco e Alessio.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

Benozzo Gozzoli (1420 - 1497)

Benozzo di Lese nacque a Firenze nel 1420 circa e fu felice autore di diversi cicli di affreschi. Gozzoli è amabilmente decorativo in qualsiasi condizione di committenza. Entra nel vivo della scuola artistica fiorentina durante gli anni quaranta. Nel 1450 è a Montefalco; dopo un viaggio a Roma nel 1458 riceve l'incarico più importante della sua carriera: decorare la cappella privata nel Palazzo Medici a Firenze con la sontuosa Cavalcata dei Magi. Fin dalla sua costruzione, la Cappella, luogo dalla duplice funzione di preghiera e di sala per le visite, è ammirata per l'incomparabile bellezza dovuta certamente agli straordinari affreschi di Benozzo. Qui i Medici con i loro alleati e seguaci sono raffigurati in un corteo scenografico collocato in un paesaggio reale e fantastico al tempo stesso, agghindati come i Magi e il loro seguito nell'atto di approssimarsi all'altare. Nel corteo l'artista si ritrae per ben due volte. Per spirito, stile e tecnica questi straordinari affreschi possiedono una magnificenza che non ha precedenti. Nel 1460 si sposa con Maddalena di Luca di Iacopo di Cione, figlia di un mercante di tessuti, dalla quale nasceranno nove figli, tra i quali Francesco e Alessio, divenuti artisti. Nel 1461 gli viene commissionata la Pala della Purificazione dalla Compagnia della Purificazione, una Confraternita intimamente legata alla famiglia dei Medici. Tra il 1464 e il 1466 risiede a San Gimignano dove lavora in sant'Agostino all'omonimo ciclo l'unico ciclo conosciuto della Vita del Santo nell'arte del Rinascimento toscano. Per la fine della pestilenza (1464) che imperversa sulla cittadina dipinge due immagini di San Sebastiano. Altra commissione sono le Storie dell'Antico testamento nel Camposanto di Pisa (1468-1484) nate dalla collaborazione con l'Opera della cattedrale di Pisa che dura per più di sedici anni. Dall'inizio dei lavori nel Camposanto, terminati nel 1484, fino al 1495 Benozzo fa di Pisa la sua residenza e il centro della sua attività. Per tutti questi anni il prolifico maestro dirige una bottega che esegue un grande numero di opere (pale d'altare, affreschi, tabernacoli stradali e gonfaloni) per la città e i suoi dintorni. Del monumentale ciclo pittorico con scene dell'Antico Testamento, affrescato sulle pareti del Camposanto, non rimane oggi quasi più traccia soprattutto a causa della tecnica usata, una combinazione di fresco e tempera. Nel 1495-1497 probabilmente Benozzo torna a Firenze e poi a Pistoia dove, nella Sala Ghibellina del Palazzo Comunale lascia la sua ultima opera, la sinopia per la Maestà. Muore il 4 ottobre del 1497.