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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Neri di BicciPITTORI: Neri di Bicci
Incoronazione della Vergine e santi
NERI DI BICCI
1476-1481
San Casciano in Val di Pesa, Museo di Arte Sacra
Incoronazione della Vergine e santi
L'Incoronazione della Vergine è una tempera su tavola datata 1476 e 1481, proveniente dal primo altare a sinistra della pieve di San Giovanni in Sugana. Nel retro della tavola il restauro ha permesso di ripristinare il disegno dello stemma della famiglia Giandonati nonché la data 1476. In basso si legge la scritta: "Puer qui natus est plusquam ppta (propheta) est". Un'altra scritta si trova sulla traversa inferiore: "Hoc.... (opus?) fecit fieri Giraldus Altoviti de Giandonatis anno dni (Domini)MCCCCLXXXI". Ancora più in basso una ulteriore scritta specifica: "Mementote mei oibus (omnibus) beatis". Le due date probabilmente sono riferite alla commissione dell'opera e l'altra alla sua realizzazione.
Questa annotazioni ci permettono di sapere che il dipinto venne commissionato da Giraldo dei Giandonati, che era stato eletto priore della Signoria il 1 maggio 1477 e che al tempo del Carocci (1892) era collocato al primo altare di destra e da lui venne attribuito a Neri di Bicci. Questa attribuzione è stata confermata anche da Bernard Berenson e da tutti i critici e storici successivi. Si tratta di un'opera della tarda maturità di Neri di Bicci, in cui è raffigurato Cristo che incorona la Vergine. La scena è inserita all'interno di un baldacchino la cui struttura ci permette di dire che l'autore possedeva già la conoscenza della prospettiva rinascimentale. Ai lati del trono vi sono due angeli e vari santi: sulla sinistra Sant'Agostino, San Paolo e San Giovanni Battista, che si è messo in ginocchio. Sulla destra troviamo San Pietro inginochiato, San Rocco e Maria Maddalena: ognuno di loro ha vesti sgargianti e i propri attributi iconografici.
Agostino ha lo sguardo che si volge verso san Paolo e sotto il piviale indossa la tipica tunica nera dei monaci agostiniani.
In testa porta la mitra, mentre con la mano destra regge un libro dalla copertina rossa e allo stesso tempo sostiene un bordo del piviale. La mano sinistra, inguantata di bianco come l'altra, regge invece un esile e lungo bastone pastorale. il volto del santo è circondato da una aureola ed ha una folta barba.
Neri di Bicci
Neri di Bicci nacque a Firenze nel 1418. Fu l'ultimo esponente di una bottega di famiglia molto attiva tra il Tre e il Quattrocento a Firenze. Suo nonno, Lorenzo di Bicci, fu attivo nella seconda metà del Trecento mentre suo padre Bicci di Lorenzo lavorò nella prima metà del Quattrocento. I Bicci furono importanti esponenti del gotico toscano.
Formatosi nella bottega del padre, alla sua morte, nel 1452, divenne capo bottega. Le sue opere sono documentata in un diario autografo redatto tra il 1453 e il 1475. Il suo stile semplice, ma con una forte carica devozionale, gli permise di procurarsi una numerosa serie di commissioni, ecclesiastiche e civili, che diffusero le sue opere sue opere nel contado fiorentino dove ancora oggi si trovano. Amò utilizzare colori in tonalità sempre vivide, tali da dare forza e preziosità alle sue opere. Morì a Firenze nel 1492.