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PITTORI: Neri di Bicci

San Gabriele Arcangelo, san Michele Arcangelo, san Raffaele Arcangelo, sant'Agostino, san Paolo, san Gregorio Magno, san Girolamo

San Gabriele Arcangelo, san Michele Arcangelo,

san Raffaele Arcangelo, sant'Agostino, san Paolo,

san Gregorio Magno, san Girolamo

 

 

NERI DI BICCI

1450-1492

Oxford, Christ Church Picture Gallery

 

San Gabriele Arcangelo, san Michele Arcangelo, san Raffaele Arcangelo, sant'Agostino, san Paolo, san Gregorio Magno, san Girolamo

 

 

 

Il dipinto di Neri di Bicci ha una struttura compositiva articolata e complessa nei vari personaggi che sono presentati. Al centro dell'opera si riconosce san Gabriele Arcangelo con ai suoi lati san Michele Arcangelo e san Raffaele Arcangelo.

Ad un livello inferiore vengono presentati quattro santi inginocchiati che si rivolgono verso la scena che accade sopra le loro teste. Da sinistra si individuano sant'Agostino, san Paolo, san Gregorio Magno e san Girolamo. L'opera è stata realizzata con la tecnica della tavola su legno ed ha le seguenti dimensioni: cm 86,5 in altezza e cm 48,7 in larghezza. Non è noto l'anno esatto della sua realizzazione, per cui si propende per una datazione piuttosto imprecisa nella seconda metà del Quattrocento dal 1450 al 1492. Attualmente la tavola è conservata ad Oxford nella Christ Church Picture Gallery.

Agostino è inginocchiato e rivolge lo sguardo verso l'alto dove si trovano gli arcangeli. Indossa i paramenti episcopali, con una grande mitra in testa. Non porta la barba e mostra un viso maturo ma non di persona anziana. A lui si sta rivolgendo san paolo, che con la mano sinistra sembra indicargli qualcosa che gli dicendo con le parole.

 

 

Neri di Bicci

Neri di Bicci nacque a Firenze nel 1418. Fu l'ultimo esponente di una bottega di famiglia molto attiva tra il Tre e il Quattrocento a Firenze. Suo nonno, Lorenzo di Bicci, fu attivo nella seconda metà del Trecento mentre suo padre Bicci di Lorenzo lavorò nella prima metà del Quattrocento. I Bicci furono importanti esponenti del gotico toscano.

Formatosi nella bottega del padre, alla sua morte, nel 1452, divenne capo bottega. Le sue opere sono documentata in un diario autografo redatto tra il 1453 e il 1475. Il suo stile semplice, ma con una forte carica devozionale, gli permise di procurarsi una numerosa serie di commissioni, ecclesiastiche e civili, che diffusero le sue opere sue opere nel contado fiorentino dove ancora oggi si trovano. Amò utilizzare colori in tonalità sempre vivide, tali da dare forza e preziosità alle sue opere. Morì a Firenze nel 1492.