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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Neri di BicciPITTORI: Neri di Bicci
Particolare della figura di sant'Agostino
NERI DI BICCI
1467
Philadelphia, Museum of Art
Madonna Assunta con san Michele Arcangelo, sant'Agostino, santa Margherita d'Antiochia e santa Caterina d'Alessandria
La struttura della tavola riprende la struttura di molte altre opere di Neri di Bicci dal medesimo carattere religioso. L'opera è un elemento d'insieme di una pala di grandi dimensioni smembrata. Il soggetto dipinto dall'autore è la Madonna assunta in cielo con san Michele Arcangelo, sant'Agostino, santa Margherita d'Antiochia e santa Caterina d'Alessandria. Tradizionalmente l'opera è anche nota come Madonna della cintola. Realizzata con la tecnica della tavola in legno, l'opera di Bicci misura in altezza cm 155.6 e in larghezza 154.6 cm.
Neri di Bicci la realizzò molto probabilmente nel 1467.
La tavola compare dapprima a Philadelphia nella Collezione J. G. Johnson e quindi viene inglobata nel Museum of Art della cittadina della Pennsylvania quando la John G. Johnson Collection venne acquisita dal Museo.
Agostino, che compare a sinistra a fianco di san Michele, porta i suoi tipici attributi di vescovo. In testa e ben visibile la mitra così come con il braccio destro impugna il bastone pastorale. Si può osservare altresì la presenza dell'abito nero monacale agostiniano, in ossequio ad una volontà iconografica ben diffusa nell'ordine agostiniano, che in tal modo voleva visivamente manifestare la sua diretta discendenza dalle esperienze monacali del santo vescovo di Ippona, di cui seguiva la regola.
Neri di Bicci
Neri di Bicci nacque a Firenze nel 1418. Fu l'ultimo esponente di una bottega di famiglia molto attiva tra il Tre e il Quattrocento a Firenze. Suo nonno, Lorenzo di Bicci, fu attivo nella seconda metà del Trecento mentre suo padre Bicci di Lorenzo lavorò nella prima metà del Quattrocento. I Bicci furono importanti esponenti del gotico toscano.
Formatosi nella bottega del padre, alla sua morte, nel 1452, divenne capo bottega. Le sue opere sono documentata in un diario autografo redatto tra il 1453 e il 1475. Il suo stile semplice, ma con una forte carica devozionale, gli permise di procurarsi una numerosa serie di commissioni, ecclesiastiche e civili, che diffusero le sue opere sue opere nel contado fiorentino dove ancora oggi si trovano. Amò utilizzare colori in tonalità sempre vivide, tali da dare forza e preziosità alle sue opere. Morì a Firenze nel 1492.