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PITTORI: Antonio Vivarini

Trittico della Scuola Grande della Carità: Madonna in trono con i Dottori della Chiesa

Agostino e Ambrogio, particolare

 

 

ANTONIO VIVARINI e GIOVANNI D'ALEMAGNA

1446

Venezia, Museo dell'Accademia

 

Trittico della Scuola Grande della Carità: Madonna in trono con i Dottori della Chiesa

 

 

 

 

E' una delle prime opere della pittura veneziana dipinte su tela. La vasta scenografia timidamente prospettica, è riempita d'oro, di sagome frastagliate, di decorazioni, secondo il gusto tardo antico. Anche se inserita nel principale museo veneziano, la composizione è rimasta nella collocazione d'origine: infatti la Scuola della Carità è stata inglobata entro l'edificio dell'Accademia e gli ambienti sono rimasti ben conservati sia nei volumi che negli arredi. Agostino è l'ultimo a destra vicino ad Ambrogio e i Vivarini l'hanno raffigurato come un vescovo maturo dalla folta barba nera con un libro in mano.

 

Probabilmente sant'Agostino è il Padre della Chiesa il cui pensiero, per profondità di vedute ed ampiezza di problemi trattati, ha avuto la maggiore influenza in tutta la storia della teologia. Basti pensare che il pensiero sul dogma del peccato originale l'ha formulato proprio lui. Non ci meravigliamo che un'intelligenza così elevata abbia riservato una notevole attenzione alla dottrina sulla Madonna. Nella Madonna, Agostino vede sintetizzate meravigliosamente la perfezione della Grazia di Dio e della libertà umana.

Ambrogio visse nel periodo in cui nella Chiesa si sviluppò la vita consacrata. Nel IV secolo comparvero le prime donne dedite a vita consacrata, donne di ogni classe sociale, soprattutto nobili e ricche, che nonostante le proposte di matrimonio, sceglievano di consacrarsi a Cristo con un voto di verginità. Anche la sorella maggiore di Ambrogio, Marcellina, aveva ricevuto il velo, che indossavano le vergini, dal Papa Liberio (felicissime eleganze della Provvidenza: a Papa Liberio la Madonna apparve in sogno per chiedere la costruzione di una chiesa, sulla quale poi sorgerà la grandiosa basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, sul monte Esquilino).

Ambrogio aveva molta ammirazione per le vergini, le considerava, se fedeli alla loro vocazione, dei veri e propri esempi di santità.

Il motivo che porta è "mariologico" in quanto le donne vergini riproducono nel loro modo di vivere la verginità della Madonna. Attraverso di esse, egli propone l'imitazione della Madonna e di tutte le sue virtù, condensate nella sua verginità. Ambrogio enuncia così un principio basilare della spiritualità cristiana: imitando la Madonna, si percorre il cammino più sicuro, facile e piacevole per farsi santi. Un grande premio è riservato ai devoti della Madonna, che in vita l'hanno onorata e imitata: essere da Lei introdotti in Paradiso.

E' quanto ricorda Sant'Ambrogio a sua sorella Marcellina e alle sue compagne: "A quante vergini la Madonna verrà incontro! Quante ne abbraccerà e condurrà al Signore dicendo: «Questa ha custodito con immacolato pudore il talamo del Figlio mio!".

 

 

 

Antonio Vivarini

Antonio Vivarini, è noto anche come Antonio da Murano, dal paese dove nacque verso il 1418. Probabilmente si formò alla scuola di Andrea da Murano e nella sua formazione giovanile risentì dell'influsso di Gentile da Fabriano. La sua prima opera conosciuta è datata 1440 mentre il suo ultimo lavoro, conservato a Roma, risale 1464. Lavorò sovente con Giovanni d'Alemagna, con cui iniziò la decorazione della cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani a Padova, assieme ai più giovani Nicolò Pinzolo e Andrea Mantegna. A partire dal 1450 Antonio lavorò sostanzialmente da solo o assieme al fratello minore Bartolomeo, dipingendo numerose pale d'altare e polittici soprattutto per le chiese di Venezia. il suo stile prediligeva una notevole attenzione alla cromaticità delicata e raffinata, soprattutto negli incarnati. La sua bottega fu proseguita, oltre che dal fratello Bartolomeo, anche dal figlio Alvise. Si ritiene che sia morto a Venezia dopo il 1476 e prima del 1484.