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PITTORI: Giordano Luca

Agostino converte gli eretici

Agostino converte gli eretici

 

 

LUCA GIORDANO

1684

Napoli, chiesa S. Maria Regina Coeli, Cappella di S. Agostino

 

Agostino converte gli eretici

 

 

 

La tela, di notevoli dimensioni, è un'opera attribuita a Luca Giordano che la realizzò per la Chiesa di S. Maria Regina Coeli a Napoli. L'opera fa parte di un piccolo progetto dell'autore di realizzare alcune tele sulla figura e la vita di sant'Agostino per la Cappella del Santo nella chiesa napoletana.

L'opera fu finita nel 1684 e ricorda l'attività di Agostino in campo pastorale per convertire gli eretici e per controbattere le eresie che affliggevano la Chiesa del suo secolo e che ritroviamo ancora oggi sotto mutate spoglie ma con identici contenuti.

Il santo, in piedi, discute con grande calma e fermezza con un personaggio con il testa il cappello che gli sta davanti. Con ampi e significativi gesti delle mani sembra che stia pronunciando un discorso per convincerli della bontà della dottrina cattolica.

Intorno a loro la scena è animata da un gran numero di persone che partecipano con molta attenzione al dibattito che si sta svolgendo in primo piano. La scena si svolge all'interno di un grande edificio, forse una chiesa.

 

16. 1. A Cartagine poi alcuni manichei, di quelli che chiamano eletti ed elette, furono sorpresi da Orso, procuratore della casa imperiale, ch'era di fede cattolica, e tradotti in chiesa da lui stesso, furono interrogati dai vescovi alla presenza degli stenografi.

16. 2. Fra i vescovi c'era anche Agostino di beata memoria, che più degli altri conosceva quella nefanda setta: perciò gli riuscì di mettere in luce i loro riprovevoli errori con citazioni tratte dai libri che i manichei hanno in uso, e così li indusse a confessare le loro bestemmie. Quegli atti ufficiali misero altresì in luce, per confessione di quelle donne, cosiddette elette, le pratiche indegne e turpi che essi secondo il loro perverso costume erano soliti commettere.

16. 3. Così lo zelo dei pastori procurò incremento al gregge del Signore e lo difese in maniera adeguata contro i ladri e i predoni.

16. 4. Agostino ebbe anche una pubblica disputa nella chiesa d'Ippona con un certo Felice, del numero di quelli che i manichei chiamano eletti, alla presenza del popolo e degli stenografi che trascrivevano ciò che veniva detto. Dopo il secondo o il terzo dibattito quel manicheo, vedendo confutati la vanità e l'errore della sua setta, si convertì alla nostra fede e passò alla nostra chiesa, come risulta anche dalla lettura degli atti.

POSSIDIO, Vita Augustini  16, 1-4

 

 

Luca Giordano

Luca Giordano nacque a Napoli nel 1634. Studiò a Napoli nella cerchia di Jusepe de Ribera. Nel 1652 si recò a Roma, dove venne in contatto con l'ambiente di Pietro da Cortona. Lavorò ancora a Napoli e poi a Montecassino, dove lasciò numerosi affreschi tra i quali: gli affreschi per la cupola di Santa Brigida, la decorazione per la chiesa e il monastero di San Gregorio Armeno. Nel 1667 si recò a Venezia dove rimase fortemente suggestionato dalla pittura di Tiziano e dal colorismo di Veronese. Dopo un soggiorno a Firenze tra il 1682 e il 1686, dove eseguì gli affreschi in palazzo Medici Riccardi, nel 1692 venne invitato da Carlo II in Spagna dove realizzò i cicli di affreschi all'Escorial, al Cason di Buen Retiro, nella sagrestia della cattedrale di Toledo e nel monastero di Nostra Signora di Guadalupe. Nel 1704 tornò a Napoli dove lasciò ancora testimonianze della sua fervida fantasia: le tele per la chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella e gli affreschi della certosa di S. Martino. Luca Giordano morì a Napoli nel 1705.