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PITTORI: Giordano Luca

Sant'Agostino converte l'eretico

Sant'Agostino converte l'eretico

 

 

GIORDANO LUCA

1684-1705

Treviso, Museo Civico Luigi Bailo

 

Sant'Agostino converte l'eretico

 

 

 

Il dipinto che si conserva a Treviso nel Civico Museo Luigi Bailo è una copia di analogo soggetto che si trova anche a Napoli nella chiesa S. Maria Regina Coeli, Cappella di S. Agostino. Il soggetto dell'opera raffigura sant'Agostino che converte l'eretico.

Il quadro fu eseguito verso la fine del Seicento o gli inizi del Settecento e ricorda l'attività di Agostino in campo pastorale per convertire gli eretici e per controbattere le eresie che affliggevano la Chiesa del suo secolo e che ritroviamo ancora oggi sotto mutate spoglie ma con identici contenuti.

Il santo, in piedi, discute con grande calma e fermezza con un personaggio con il testa il cappello che gli sta davanti. Con ampi e significativi gesti delle mani sembra che stia pronunciando un discorso per convincerli della bontà della dottrina cattolica.

Intorno a loro la scena è animata da un gran numero di persone che partecipano con molta attenzione al dibattito che si sta svolgendo in primo piano. La scena si svolge all'interno di un grande edificio, forse una chiesa.

 

16. 1. A Cartagine poi alcuni manichei, di quelli che chiamano eletti ed elette, furono sorpresi da Orso, procuratore della casa imperiale, ch'era di fede cattolica, e tradotti in chiesa da lui stesso, furono interrogati dai vescovi alla presenza degli stenografi.

16. 2. Fra i vescovi c'era anche Agostino di beata memoria, che più degli altri conosceva quella nefanda setta: perciò gli riuscì di mettere in luce i loro riprovevoli errori con citazioni tratte dai libri che i manichei hanno in uso, e così li indusse a confessare le loro bestemmie. Quegli atti ufficiali misero altresì in luce, per confessione di quelle donne, cosiddette elette, le pratiche indegne e turpi che essi secondo il loro perverso costume erano soliti commettere.

16. 3. Così lo zelo dei pastori procurò incremento al gregge del Signore e lo difese in maniera adeguata contro i ladri e i predoni.

16. 4. Agostino ebbe anche una pubblica disputa nella chiesa d'Ippona con un certo Felice, del numero di quelli che i manichei chiamano eletti, alla presenza del popolo e degli stenografi che trascrivevano ciò che veniva detto. Dopo il secondo o il terzo dibattito quel manicheo, vedendo confutati la vanità e l'errore della sua setta, si convertì alla nostra fede e passò alla nostra chiesa, come risulta anche dalla lettura degli atti.

POSSIDIO, Vita Augustini  16, 1-4

 

 

Luca Giordano

Luca Giordano nasce a Napoli nel 1634 da Antonio, mediocre pittore, e da Isabella Imparato. I suoi biografi riportano che il padre lo faceva esercitare nel disegno mandandolo a riprodurre le opere più significative delle chiese e dei palazzi napoletani. Lo portò con sé anche a Roma dove conobbe le opere classiche e quelle degli artisti di maggior prestigio e rinomanza. Attivo in Italia, ma anche all'estero, Luca Giordano è stato soprannonimato "Luca Fa presto", per la sua straordinaria capacità di dipingere rapidamente e nel copiare opere di grandi autori. A tutt'oggi viene considerato uno tra i più prolifici pittori, dato che ha realizzato quasi 3000 dipinti distribuiti un po' ovunque, in chiese, musei, collezioni private.

Il suo stile muta nel tempo e sembra seguire l'itinerario artistico della pittura napoletana del primo Seicento, con l'interesse per il naturalismo del dopo Caravaggio. Si accosta quindi a Ribera, quando dalla fase vigorosamente naturalista i pittori napoletani passano a stilemi che privilegiano il cromatismo e l'espressione dei sentimenti. Non fu mai chiuso alle esperienze muove e sul finire del secolo lo vediamo avvicinarsi alle esperienze di Veronese e Correggio e sperimentare le nuove tendenze barocche. Muore a Napoli nel 1705.