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PITTORI: Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino

Agostino, il Battista e san Paolo Eremita

Agostino, il Battista e san Paolo Eremita

 

 

GIOVAN BATTISTA BARBIERI detto il GUERCINO

1637-1638

Roma, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino, il Battista e san Paolo Eremita

 

 

 

 

Nativo di Cento il Guercino si recò a lavorare a Roma dove ci ha lasciato diverse tele nella Chiesa di S. Agostino a Roma, fra le quali questo Agostino fra il Battista e Paolo eremita. L'opera fu realizzata fra il 1637 e il 1638 come testimoniano alcune note di pagamento che il fratello Paolo Antonio annotava su un Diario economico. A commissionare il quadro sarebbe stato il Padre agostiniano Ippolito Gaudenzi che lo pagò in più rate per un totale sembra di 258 scudi. La tela è posta nella Cappella di S. Agostino ed è attorniato da altre due opere del Lanfranco, la cui influenza si fece sentire sull'opera della maturità del Guercino. Guercino muore a Bologna nel 1666.

 

Fra le varie figure di santi che l'iconografia agostiniana presenta assieme al vescovo d'Ippona, un posto di rilievo spetta certamente a san Giovanni Battista, di cui fu certamente un emulo predicatore nel deserto della civiltà romana ormai in decadenza: punto di riferimento per i poveri e per la gente assetata di giustizia e di una buona parola di verità.

Fonte principale sulla vita e la figura del Battista sono i Vangeli. Essi affermano che era figlio di Zaccaria e di Elisabetta e fu generato quando i genitori erano in tarda età. Sentita la chiamata, Giovanni andò a vivere nel deserto, conducendo vita di penitenza e di preghiera, secondo la tradizione ebraica del voto di nazireato: "Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico" (Marco 1, 6).

Giovanni Battista annunciò più volte di riconoscere in Gesù il Messia annunciato dai profeti, ma il momento culminante è quello in cui Gesù stesso volle essere battezzato da lui nelle acque del Giordano; in quell'occasione Giovanni additò Gesù ai suoi seguaci come "l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo" (Giovanni 1, 29).

Il Battista morì a causa della sua predicazione. Egli condannò pubblicamente la condotta di Erode Antipa, che conviveva con la cognata Erodiade; il re lo fece prima imprigionare, poi, per compiacere la bella figlia di Erodiade, Salomè, che aveva ballato ad un banchetto, lo fece decapitare. Attributo principale nell'iconografia è un lungo bastone da viandante sormontato da una piccola croce, con la scritta "Ecce agnus Dei" (Ecco l'Agnello di Dio); è vestito con l'abito di pelle di cammello, a cui a volte si aggiunge il mantello rosso, segno del martirio.

L'ordine di san Paolo Eremita fu fondato all'inizio del secolo XIII in Ungheria, in seguito al movimento di riscoperta della vita eremitica, che coinvolse tutta l'Europa nei secoli XI-XII. Fondatore dell'Ordine fu il beato Eusebio, canonico di Esztergom, che organizzò la prima comunità di Paolini, raccogliendo gli eremiti che vivevano nelle foreste dell'Ungheria e della Croazia. La loro vita monastica si modellò sulla regola di Sant'Agostino. Il nome deriva, però, dall'aver scelto, quale proprio patrono San Paolo di Tebe, detto "primo eremita".

San Paolo, nato a Tebe, forse nell'anno 230, fuggì nel deserto a soli 16 anni, durante la persecuzione di Decio ove, secondo la tradizione tramandataci da San Girolamo, visse per ben novant'anni, nutrendosi del pane che gli veniva portato da un corvo. Alla morte di Paolo, sempre secondo la testimonianza di San Girolamo, si recò da lui Sant'Antonio abate, che ne seppellì il corpo, deponendolo in una fossa scavata, secondo la leggenda, da due leoni. Per questo motivo lo stemma dell'Ordine dei Monaci Paolini raffigura una palma, due leoni e un corvo con un pezzo di pane nel becco.

Dall'Ungheria l'Ordine si diffuse in Croazia dove sorsero ben cinquanta conventi e a Remete fu eretto il primo santuario mariano dell'Ordine. In Croazia i Monaci paolini avevano proprie scuole e anche un'università. Nel 1382 i Monaci paolini giunsero in Polonia, chiamati dal principe della Slesia Ladislao Opolczyk, che aveva fondato, sul Jasna Gora (Monte Chiaro) di Czestochowa, un convento per proteggere il quadro della Madonna Nera, portato dalla Russia.

L'Ordine dei Paolini raggiunse il culmine di diffusione nel XVI secolo, quando, in Europa, Palestina ed Egitto, era diviso in 8 province e contava ben 300 conventi. Oggi l'Ordine conta ancora centinaia di padri e frati, che indossano quale abito una vestite bianca, molto simile a quella dei domenicani in omaggio a San Tommaso d'Aquino.

 

 

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino

Nativo di Cento, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino si recò a lavorare a Roma dove ci ha lasciato diverse tele nella Chiesa di S. Agostino, fra le quali questo Agostino fra il Battista e Paolo. In un'altra tela conservata al Museo del Prado di Madrid il Guercino ripropone un soggetto assai sfruttato nella iconografia agostiniana: l'episodio dell'incontro sulla riva del mare fra Agostino e un fanciullo che gli fa comprendere la inutilità dei suoi sforzi per comprendere la vera natura della Trinità. L'arte del Guercino, molto plastica e figurativa, si sviluppa nell'ambito del barocco italiano.