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PITTORI: Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino

La Vergine in trono con il Bambino fra san Pancrazio e santa Monica

La Vergine con il Bambino fra san Pancrazio e santa Monica

 

 

GIOVAN BATTISTA BARBIERI detto il GUERCINO

1615

Cento, chiesa di sant'Agostino

 

La Vergine in trono con il Bambino fra san Pancrazio e santa Monica

 

 

 

 

Nativo di Cento il Guercino si recò a lavorare a Roma dove ci ha lasciato diverse tele nella Chiesa di S. Agostino a Roma. A Cento ha lasciato questa bella tela che raffigura la Vergine su un trono di nuvole con in braccio il Bambino mentre ai suoi piedi si trovano san Pancrazio e santa Monica, in ginocchio.

Guercino muore a Bologna nel 1666.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

In questa tela del Guercino Monica appare in compagnia di san Pancrazio (289 - Roma, 12 maggio 304) che è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Venne martirizzato a Roma sulla via Aurelia tramite decapitazione, all'età di quattordici anni, sotto l'impero di Diocleziano, il 12 maggio 304. Il Martirologio romano ne riporta la memoria in questo giorno.

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

 

 

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino

Nativo di Cento, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino si recò a lavorare a Roma dove ci ha lasciato diverse tele nella Chiesa di S. Agostino, fra le quali un Agostino fra il Battista e Paolo. In un'altra tela conservata al Museo del Prado di Madrid il Guercino ripropone un soggetto assai sfruttato nella iconografia agostiniana: l'episodio dell'incontro sulla riva del mare fra Agostino e un fanciullo che gli fa comprendere la inutilità dei suoi sforzi per comprendere la vera natura della Trinità. L'arte del Guercino, molto plastica e figurativa, si sviluppa nell'ambito del barocco italiano.