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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Mattia PretiPITTORI: Mattia Preti
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MATTIA PRETI
1690
Rabat, chiesa di san Marco
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Il quadro di Mattia Preti raffigura sant'Agostino, Dottore della Chiesa seduto al proprio scrittoio nella sua camera mentre sta scrivendo con una penna su un libro aperto. Il santo indossa la tonaca dei monaci agostiniani mentre un angioletto vola sopra la sua testa portando la mitra episcopale.
La tela dipinta ad olio delle dimensioni di 306×210 cm venne dipinta nel 1690 circa e attualmente si trova a Rabat sull'isola di Malta, collocato nella sacrestia della chiesa di san Marco.
Agostino è ritratto intento a ricevere l'ispirazione divina mentre scrive i commentari cristiani a confutazione dell'eretico angosciato rappresentato a destra prostrato ai suoi piedi. Un angioletto scende dall'alto portando la mitra del vescovo. Questa opera tarda di Preti in origine era stata installata in una doppia pala d'altare nel coro della chiesa, accanto al più antico e venerato San Marco di un ignoto artista francese. Pur elogiata dai principali scrittori maltesi del tardo Ottocento, questa tela scomparve dalla circolazione quando fu spostato nella sagrestia fra il 1881 ed il 1905.
Mattia Preti
Mattia Preti nacque nel 1613 a Taverna, un piccolo centro della Calabria montuosa. Preti nasce terzo di una numerosa stirpe appartenente al ceto intermedio delle famiglie "onorate", non ricche di possedimenti o beni materiali ma di "qualità morali e intellettuali", in relazione alla separazione fra ceti elaborata nel 1605. La madre, Innocenza Schipani, apparteneva ad una delle quattordici famiglie nobili di Taverna, da tempo insediata nel borgo di San Martino, nella cui chiesa parrocchiale possedeva una cappella gentilizia che ospitò il battesimo del piccolo Mattia il 26 febbraio 1613, due giorni dopo la nascita. Il suo precettore fu don Marcello Anania, parroco della Chiesa di Santa Barbara di Taverna, che lo istruì «nella grammatica e nelle buone lettere, nel corso dei quali studiò spinto da un genio naturale, solea copiare alcune stampe degli elementi del disegno lasciate in casa da Gregorio suo fratello, allorch'ei partì per Roma».
Nel 1630 Preti si trasferì a Roma, dove abitò assieme al fratello Gregorio, anche lui pittore. Venne a conoscenza delle tecniche di Caravaggio e della sua scuola, da cui fu fortemente influenzato. A questo soggiorno romano risalgono gli affreschi di San Giovanni Calibita, di San Carlo ai Catinari e di Sant'Andrea della Valle in Roma. Rimase nella capitale per quasi venticinque anni, ma si recò spesso in viaggio per l'Italia e all'estero, in Spagna e nelle Fiandre soprattutto. Ebbe l'occasione di intrecciare conoscenze con i Carracci, col Guercino e con Giovanni Lanfranco, che influenzarono ulteriormente la sua pittura.
Nel 1653 si trasferì a Napoli, e tra il 1657 e il 1659 affrescò le porte della città durante la peste; inoltre sulla volta di San Pietro a Majella dipinse la vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d'Alessandria e il Figliol Prodigo. Schizzo per La Peste, Galleria Nazionale di Capodimonte. Nel 1661 l'artista si trasferì a Malta, chiamato dal Gran maestro dell'ordine di Malta Raphael Cotoner. Sull'isola realizzò buona parte della decorazione della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta per conto dei Cavalieri Ospitalieri, ed altre opere per le varie chiese maltesi. Mattia Preti, nella sua attività artistica, avrebbe realizzato a Malta un totale di circa 400 opere tra tele ed affreschi. Dal 1672 riesce a realizzare alcune opere nelle chiese della sua città natale, Taverna. Morì nel 1699 a La Valletta.