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PITTORI: Mattia Preti

Sant'Agostino allo scrittoio

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

MATTIA PRETI

1630

La Valletta, National Museum of Fine Arts

 

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

 

Questo quadro di Mattia Preti raffigura in primo piano Sant'Agostino. L'opera risale all'anno: 1630 circa ed è stata eseguita con la tecnica ad olio su tela. Misura 109×83 cm ed conservata al National Museum of Fine Arts de La Valletta a Malta. Agostino è qui ritratto con la penna d'oca sospesa in aria, come se il santo stesse aspettando l'ispirazione per scrivere. Con la mano sinistra è appoggiato a un grosso libro chiuso deposto sul tavolo. Indossa la tonaca nera dell'Ordine agostiniano, mentre sullo sfondo si osserva la mitra che esprime la sua dignità episcopale. In testa una aureola ne certifica la santità. Il volto del santo ha un aspetto ancora giovanile con una caratteristica folta barba scura. La struttura dell'opera è caratteristica del maestro calabro, che si è probabilmente avvalso dell'assistenza della sua bottega nel corso dell'esecuzione. L'esistenza di almeno una copia d'epoca è la dimostrazione dell'ammirazione di cui godeva questa composizione.

 

 

Mattia Preti

Mattia Preti nacque nel 1613 a Taverna, un piccolo centro della Calabria montuosa. Preti nasce terzo di una numerosa stirpe appartenente al ceto intermedio delle famiglie "onorate", non ricche di possedimenti o beni materiali ma di "qualità morali e intellettuali", in relazione alla separazione fra ceti elaborata nel 1605. La madre, Innocenza Schipani, apparteneva ad una delle quattordici famiglie nobili di Taverna, da tempo insediata nel borgo di San Martino, nella cui chiesa parrocchiale possedeva una cappella gentilizia che ospitò il battesimo del piccolo Mattia il 26 febbraio 1613, due giorni dopo la nascita. Il suo precettore fu don Marcello Anania, parroco della Chiesa di Santa Barbara di Taverna, che lo istruì «nella grammatica e nelle buone lettere, nel corso dei quali studiò spinto da un genio naturale, solea copiare alcune stampe degli elementi del disegno lasciate in casa da Gregorio suo fratello, allorch'ei partì per Roma».

Nel 1630 Preti si trasferì a Roma, dove abitò assieme al fratello Gregorio, anche lui pittore. Venne a conoscenza delle tecniche di Caravaggio e della sua scuola, da cui fu fortemente influenzato. A questo soggiorno romano risalgono gli affreschi di San Giovanni Calibita, di San Carlo ai Catinari e di Sant'Andrea della Valle in Roma. Rimase nella capitale per quasi venticinque anni, ma si recò spesso in viaggio per l'Italia e all'estero, in Spagna e nelle Fiandre soprattutto. Ebbe l'occasione di intrecciare conoscenze con i Carracci, col Guercino e con Giovanni Lanfranco, che influenzarono ulteriormente la sua pittura.

Nel 1653 si trasferì a Napoli, e tra il 1657 e il 1659 affrescò le porte della città durante la peste; inoltre sulla volta di San Pietro a Majella dipinse la vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d'Alessandria e il Figliol Prodigo. Schizzo per La Peste, Galleria Nazionale di Capodimonte. Nel 1661 l'artista si trasferì a Malta, chiamato dal Gran maestro dell'ordine di Malta Raphael Cotoner. Sull'isola realizzò buona parte della decorazione della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta per conto dei Cavalieri Ospitalieri, ed altre opere per le varie chiese maltesi. Mattia Preti, nella sua attività artistica, avrebbe realizzato a Malta un totale di circa 400 opere tra tele ed affreschi. Dal 1672 riesce a realizzare alcune opere nelle chiese della sua città natale, Taverna. Morì nel 1699 a La Valletta.