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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Josè de Ribera detto lo SpagnolettoPITTORI: Josè de Ribera detto lo Spagnoletto
Sant'Agostino sfoglia un libro
JOSE' DE RIBERA detto lo SPAGNOLETTO
1614-1616
Palermo, Palazzo Abatellis
Sant'Agostino sfoglia un libro
Realizzato con la tecnica ad olio su tela questo quadro che Jusepe de Ribera realizzò verso il 1614-1616 raffigura sant'Agostino nel suo studio mentre sta sfogliando un libro. L'opera dalle dimensioni di 127×103 cm è conservata nella Raccolta di Palazzo Abatellis a Palermo. In origine si trovava nella collezione del barone Gabriele Ortolani di Bordonaro principe di Torremuzza.
Il santo è raffigurato a mezzo busto con il volto e le mani particolarmente ricche di luce in contrasto con lo sfondo scuro e il nero intenso della tonaca che Agostino indossa. Sul tavolo si vede una penna d'oca distrattamente posata poco lontana dal libro che il santo sta sfogliando ruvidamente. Indossa l'abito proprio dei monaci agostiniani, che lo hanno spesso voluto così rappresentare, per sottolineare la loro discendenza spirituale dal santo di cui seguono la regola. Il volto di Agostino ha un aspetto ancora giovanile, sia pure marcato nei lineamenti netti e precisi. Una folta capigliatura nera e la barba a pizzetto esaltano la luminosità del viso, i cui occhi hanno uno sguardo che sommessamente si rivolge al devoto osservatore.
Jusepe de Ribera
Conosciuto anche come José de Ribera detto lo Spagnoletto per la sua bassa statura è stato uno dei massimi pittori spagnoli, protagonista della pittura europea del XVII secolo. Nato a Xàtiva, vicino Valencia, nel 1591, inizia l'apprendistato con Francisco Ribalta, che nella città valenziana aveva una frequentata "bottega". Ben presto il de Ribera sente l'urgenza di andare in Italia, da sempre patria della grande pittura e di muoversi sulle orme di Caravaggio. Inizia così nel 1611 il suo viaggio da Cremona a Milano e a Parma sino a giungere a Roma, dove l'artista entra in contatto con la pittura di Reni e di Lodovico Carracci.
Ma per trovare le tracce più consistenti del Caravaggio decide di andare a Napoli. Fu così che nell'estate del 1616 che lo Spagnoletto sbarca all'ombra del Vesuvio. Si trasferisce subito in casa dell'anziano pittore dei quartieri spagnoli Giovan Bernardo Azzolino. Dopo appena tre mesi de Ribera sposa la figlia sedicenne di quest'ultimo. Il suo viaggio è finito: in pochi anni lo Spagnoletto acquista una fama europea. L'uso della tragicità del Caravaggio è un suo punto di forza. Inizia anche un'intensa produzione che non lo mantiene lontano dalla sua Spagna, dove invia parecchi capolavori. Ma Napoli lo attrae. Accesa in quel periodo la rivalità tra lui e l'altro grande protagonista del seicento napoletano, l'atellano Massimo Stanzione. Immensa è la sua produzione e da essa si capisce cosa abbia rappresentato e cosa rappresenti lo Spagnoletto per la storia della pittura. Jusepe de Ribera muore a Napoli nel 1652 e viene sepolto nella Chiesa di Santa Maria del Parto nel quartiere Mergellina.