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Sposalizio mistico di santa Caterina
RUBENS PETER PAUL
1628
Francoforte, Stäedelsches Kunstinstitut
Sposalizio mistico di santa Caterina
La tavola è di piccole dimensioni, in quanto misura 64 × 49 centimetri. Tema dell'opera, che Rubens riprese diverse volte in altre tele, come quella conservata al Museo Prado di Madrid oppure quella nella chiesa di S. Agostino ad Anversa.
Queste due ultime opere sono spesso indicate come Madonna in trono con Agostino e santi, ma probabilmente la grandiosa scenografia immaginata da Rubens vuole descrivere lo sposalizio mistico di santa Caterina d'Alessandria, la cui figura compare sul piedistallo ai piedi della Vergine mentre idealmente si sposa con il Bambino. Santa Caterina era onorata dagli agostiniani come Patrona dei loro Studia.
Secondo quanto raccontano le storie della sua vita, Caterina era una principessa di Cipro. Bella e intelligente, si convertì al cristianesimo. Il simbolo del legame di Caterina con Cristo è il suo fidanzamento mistico con il Cristo bambino. La scena è stata dipinta molte volte fin dal XIV secolo, ma raramente in una modalità così dinamica come è riuscito a realizzare Rubens. L'autore inoltre ha introdotto una notevole ricchezza di dettagli. Con questo schizzo a olio, Rubens stava progettando la composizione per l'alta pala d'altare della Chiesa di Sant'Agostino ad Anversa con un grado di precisione che gli avrebbe permesso di trasferire la composizione su una superficie molto più grande. La luce si espande morbida sui personaggi e nell'ambiente, attraverso pennellate decisamente fluide. Ogni ombra, ogni movimento sono accuratamente espressi con precisione.
Peter Paul Rubens
Nato in Germania, dove il padre - un ricco anversese che aveva abbracciato la religione calvinista - si era rifugiato, Rubens riceve i primi rudimenti dell'arte a Colonia, ma la sua vera formazione avviene ad Anversa. Nel 1598 si iscrive alla Gilda di san Luca, la corporazione dei pittori della città. Due anni dopo parte per l'Italia. Arrivare a Venezia e Roma nell'anno 1600 significa la svolta decisiva nella sua carriera. Copia i maestri nordici, ma vi affianca i pittori italiani e soprattutto Tiziano. Nel 1608 lascia l'Italia per Anversa dove raggiunge l'apice della scuola locale. Dal 1620 gira per le capitali europee fino alla morte.