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PITTORI: Peter Paul Rubens

Sant'Agostino in riva al mare, meditando sul dogma della Santa Trinità

Sant'Agostino in riva al mare, meditando sul dogma della Santa Trinità

 

 

PETER PAUL RUBENS

1610-1612

Salamanca, chiesa del convento delle Agostiniane Scalze

 

Sant'Agostino in riva al mare, meditando sul dogma della Santa Trinità

 

 

 

Quest'opera di Rubens che raffigura sant'Agostino che incontra un bambino sulla spiaggia si trova in uno scomparto del retablo dell'altare maggiore della chiesa del Convento de las Agustinas a Salamanca.

Nella raffigurazione di Rubens sant'Agostino sta camminando lungo la riva del mare, meditando sulla Trinità, quando si imbatte in un bambino, che scava una buca nella sabbia e lo costringe a interrogarsi e comprendere l'inutilità dei suoi sforzi di comprendere il mistero della Trinità.

Di quest'opera conosciamo uno schizzo che è apparso in un'asta di Christie del 2105.

Il disegno propone la stessa composizione e lo stesso stile della tela del santo che si trova nella fascia laterale destra della pala d'altare principale della chiesa del convento agostiniano di Salamanca. Questa tela, che occupa la fascia laterale dell'Immacolata di Ribera, era stata attribuita alla scuola italiana dalla maggior parte degli autori, ma recentemente è stata proposta come una copia di Rubens o addirittura come un'opera di Rubens. Questa attribuzione emerge dal confronto con la versione più conosciuta del maestro al museo Národni di Praga (rivista "Belgue d'archeologie et d'histoire de l'art" del 2013). Rubens ha dotato questa immagine della monumentalità della scultura e della composizione rinascimentale. Le differenze tra lo schizzo e la tela stanno principalmente nella testa scoperta del dipinto quando, nello schizzo e nell'incisione è coperta dalla mitra. Il resto della composizione è uguale, così come il compiacimento del pesante broccato della tunica è suggerito con un tocco magistrale di pennello nel disegno. L'incisione di Alexander Voet è stata fondamentale per lo studio della tela, perchè questa incisione era sempre associata alla versione di Praga, ma lo schizzo definisce con precisione la luce anteriore e la gamma cromatica che Rubens restituisce alla tela. La composizione riecheggia la classica scultura che Rubens ha scoperto e apprezzato nel suo viaggio a Roma. La mano tesa di Agostino ricorre nel trittico di Gesù e nel profilo di San Giuseppe nella Sagrada Familia di Kenwood House. Il Bambino ai piedi lo vediamo simile in un angelo dell'Immacolata della collezione Duliè Re a Bruxelles. La tela non è stata importata dal VI conte di Monterrey come si pensava, ma da suo genero, il settimo conte di Monterrey, Don Diego de Aro y Guzmán, che aveva sposato Doña Inés, figlia del Marchese di Monterrey. La tela di Rubens prese il posto di una che raffigurava san Francesco, che fu costretto a cedere quando tornò dalle Fiandre. La data dell'acquisizione può essere approssimativamente il 1667, quando era già nel convento.

La materia è compatta e il pennello si fonde nei colori. Impressiona la solennità dell'aspetto di Agostino e la ricchezza dei broccati. La presenza in Spagna di un dipinto del santo di Ippona non sorprende tenuto conto della devozione che gli era riservata nel diciassettesimo secolo. Come il conte di Monterrey, Don Miguel de Salamanca ne importa un altro da Gaspar de Crayer. La Spagna ha eretto più monasteri dedicati ad Agostino di qualsiasi altro paese in Europa. Il tema rappresentato esprime appieno le preoccupazioni teologiche del momento e nessuna nazione, come i Paesi Bassi e la Spagna, ha saputo divulgare quella scena con tanto zelo e tanto diffusamente.

 

 

Peter Paul Rubens

Nato in Germania, dove il padre - un ricco anversese che aveva abbracciato la religione calvinista - si era rifugiato, Rubens riceve i primi rudimenti dell'arte a Colonia, ma la sua vera formazione avviene ad Anversa. Nel 1598 si iscrive alla Gilda di san Luca, la corporazione dei pittori della città. Due anni dopo parte per l'Italia. Arrivare a Venezia e Roma nell'anno 1600 significa la svolta decisiva nella sua carriera. Copia i maestri nordici, ma vi affianca i pittori italiani e soprattutto Tiziano. Nel 1608 lascia l'Italia per Anversa dove raggiunge l'apice della scuola locale. Dal 1620 gira per le capitali europee fino alla morte.