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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Giacinto DianoPITTORI: Giacinto Diano
Agostino contempla la Trinità
GIACINTO DIANO
1770-1780
Niort, Museo Bernard d'Agesci
Agostino contempla la Trinità
Questa interessante opera di Giacinto Diano (1731-1804) ci propone una originale interpretazione della ricerca di Agostino di conoscere il senso del mistero della Trinità. Il santo, inginocchiato su una nuvola con nella mano destra una penna e nella sinistra un grosso libro aperto, che simbolicamente potrebbe indicare il De Trinitate, è in contemplazione della Trinità che gli appare nelle sue tre Persone. Su una nuvola a forma di trono al livello superiore appaiono in Cristo con la croce alle sue spalle, Iddio Padre e, fra i due, la colomba dello Spirito Santo che invia dei raggi di luce verso Agostino.
Ai piedi del santo giace a terra un uomo seminudo, simbolo delle eresie vinte da Agostino con la sua formidabile penna. All'interno di una costruzione classicheggiante la scena si sviluppa con una sua accademica aulicità, ricca di personaggi e angioletti che conferiscono maggior dinamicità all'episodio narrato. Il santo indossa il piviale episcopale, ma si intravede chiaramente la tunica nera dei monaci agostiniani che seguono la sua regola e lo hanno sempre considerato come Padre fondatore.
Giacinto Diano
Giacinto Diano, noto anche come Giacinto Diana, nacque a Pozzuoli nel 1731. Fu avviato alla pittura nella bottega di Francesco De Mura (1696-1782), che ne influenzò le opere giovanili. Nel 1752, il giovane Diano si trasferì da Pozzuoli a Napoli, dove fioriva l'arte e culturale per la presenza dell'illuminato re Carlo III di Borbone. Soprannominato 'o Puzzulaniello, Diano riuscì rapidamente ad affermarsi e nel 1773 ottenne la nomina di professore di Disegno e maestro di Pittura nella Reale Accademia di Belle Arti. Diano realizzò una ricca produzione artistica, sparsa in diverse località dell'ex Regno Borbonico e a Napoli. Numerose sue opere si trovano anche a Pozzuoli nel Duomo, nella cappella del Seminario vescovile e in Santa Maria delle Grazie. I suoi lavori più importanti sono le tele eseguite tra il 1758 e il 1760 per la chiesa di San Raffaele Arcangelo, oggi trasferite a Napoli. Trascorse gli ultimi anni in miseria in una casa dei quartieri spagnoli, dove morì nel 1803. Fu sepolto nella chiesa dell'Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini di cui era confratello. L'attività di Diano fu proseguita da diversi allievi, tra i quali troviamo Gaetano Gigante, fondatore della Scuola di Posillipo, che conobbe in Giacinto Gigante il più noto esponente.