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Gloria di sant'Agostino
MATTHAUS GUNTHER
1755
Vienna, Collezione Albertina
Gloria di sant'Agostino
Questo disegno di Gunther che propone una raffigurazione della Gloria di sant'Agostino, costituisce un bozzetto preparatorio per un dipinto a soffitto da realizzare nella chiesa collegiata di Indersdorf. L'affresco venne effettivamente realizzato sia pure con diverse modifiche rispetto al disegno preparatorio. L'abate Gelasius Morhardt costruì la attuale chiesa di Indersdorf in stile barocco nel 1754 e chiamò Gunther per eseguirne gli affreschi. Questi sono stati firmati nel soffitto della navata centrale con la dicitura: Mattheaus Gundter pinxit 1755. Trenta scene sono relative ad Agostino, ma solo quelle della navata centrale sono da attribuire al maestro: lungo le navate laterali operarono suoi collaboratori. Lo schema segue parzialmente l'analogo ciclo di Rottenbuch.
Il monastero dei canonici regolari di S. Agostino annesso fu fondato nel 1120 da Ottone V di Wittelsbach. Dopo un grande incendio nel 1264 il monastero di Indersdorf visse il suo più grande splendore fino al 1632. Nel 1427 divenne la casa-madre di 21 comunità agostiniane tedesche.
La scena della glorificazione di Agostino rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio.
L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.
Matthaus Gunther
Tipico affreschista rococò della Germania meridionale, nato ad Unterpeissenburg presso Wessobrunn, in Baviera, Matthaus Gunther (1705-1788) fu probabilmente educato nella seconda località, allora sede di una scuola di pittura ad affresco. Successivamente Gunther si recò a Monaco ed entrò nella bottega di un rinomato pittore Cosmas Damian Asam, del quale fu per cinque anni assistente ed aiuto nell'esecuzione di alcuni affreschi. Nel 1731 partì per Augsburg dove si sposò ed aperse una bottega indipendente, assumendovi le funzioni di maestro. Secondo gli usi del tempo, egli trascorreva l'estate nelle diverse località nelle quali dipingeva ad affresco, mentre d'inverno tornava al suo lavoro di bottega in Augsburg, eseguendovi pale d'altare e bozzetti o studi ad olio degli affreschi che gli erano commessi e che avrebbe realizzati nella stagione successiva. Dapprima, come nei suoi giovanili affreschi di Sterzing, nel Tirolo, (1733) le sue decorazioni architettoniche si presentavano un po' pesanti, ma ben presto, alleggerendo il tessuto cromatico con l'innesto di una gamma di toni argentei, sia le figure che gli sfondi architettonici acquisirono una leggerezza tipicamente rococò. Verso la fine del quinto decennio del secolo egli spesso soppresse tali incorniciature per conferire maggiore libertà ed asimmetria alla composizione. Fu in tale periodo ch'egli lavorò ad Amorbach ed ebbe la possibilità di studiare direttamente alcune tra le ultime opere di uno dei maggiori pittori italiani del Rococò, Giovan Battista Tiepolo. Da tale esperienza derivò a Gunther una pittura ancor più ariosa e leggera anche sotto il profilo cromatico. Malgrado la spietata concorrenza di altri cospicui rappresentanti della fiorente scuola pittorica della Germania del Sud, le commissioni piovevano nella sua bottega e provenivano dai grandi monasteri della Baviera e della Svevia, nonchè da alcuni ragguardevoli committenti privati. Gunther fu eletto condirettore dell'Accademia di Augsburg nel 1762 e conservò tale incarico per ventidue anni; morì nel 1788, due anni dopo la scomparsa del suo unico figlio.