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PITTORI: Matthaus Gunther

Agostino e il mistero della Trinità

Agostino e il mistero della Trinità

 

 

MATTHAUS GUNTHER

1775-1779

Grins, chiesa di san Nicola

 

Agostino e il mistero della Trinità

 

 

 

Matthäus Günther aveva circa 74 anni quando ricevette la commissione di dipingere nella chiesa di san Nicola a Grins. Nel grande ciclo che ha prodotto ha ripetutamente usato il soggetto dei quattro continenti a gloria della Chiesa. A Grins realizzò quasi completamente la composizione degli affreschi riprendendo le argomentazioni affrontate nella cupola del coro della collegiata di Novacella che aveva dipinto nel 1736. L'esuberanza commovente degli affreschi di Novacella lascia il posto a tuttavia a Grins a una maggiore staticità e rigore stilistico dei personaggi.

Gli affreschi del soffitto, da ovest a est, nelle varie cupole propongono la scena dei quattro continenti che rendono omaggio a Chiesa, i Padri della Chiesa (in senso orario Ambrogio di Milano con un alveare, Agostino di Ippona con un cuore in fiamme, Geronimo con un leone e Gregorio Magno on lo Spirito Santo), Maria Immacolata venerata dai rappresentanti dei quattro continenti, i quattro Evangelisti (in senso orario Marco con un leone, Luca con un toro, Matteo con l'angelo e Giovanni con un'aquila). Nella cupola del coro si osserva la Gloria di San Nicola con le virtù cristiane (Fede, Carità, Speranza) e le virtù cardinali (Temperanza, Fortezza, Giustiza, Sapienza).

La raffigurazione di Agostino ci presenta il santo nel suo studio immerso nella scrittura estatica di un libro, probabilmente il De Trinitare. In alto a destra il triangolo che abitualmente esprime la presenza della Trinità manda raggi di luce verso Agostino. Il santo indossa le vesti episcopali, mentre ha deposto sia la mitra che il bastone pastorale su un piccolo mobile. Un grosso cuore fiammante è ben visibile sul suo petto, mentre con l'indice della mano sinistra sembra indicare proprio la Trinità.

 

 

Matthaus Gunther

Tipico affreschista rococò della Germania meridionale, nato ad Unterpeissenburg presso Wessobrunn, in Baviera, Matthaus Gunther (1705-1788) fu probabilmente educato nella seconda località, allora sede di una scuola di pittura ad affresco. Successivamente Gunther si recò a Monaco ed entrò nella bottega di un rinomato pittore Cosmas Damian Asam, del quale fu per cinque anni assistente ed aiuto nell'esecuzione di alcuni affreschi. Nel 1731 partì per Augsburg dove si sposò ed aperse una bottega indipendente, assumendovi le funzioni di maestro. Secondo gli usi del tempo, egli trascorreva l'estate nelle diverse località nelle quali dipingeva ad affresco, mentre d'inverno tornava al suo lavoro di bottega in Augsburg, eseguendovi pale d'altare e bozzetti o studi ad olio degli affreschi che gli erano commessi e che avrebbe realizzati nella stagione successiva. Dapprima, come nei suoi giovanili affreschi di Sterzing, nel Tirolo, (1733) le sue decorazioni architettoniche si presentavano un po' pesanti, ma ben presto, alleggerendo il tessuto cromatico con l'innesto di una gamma di toni argentei, sia le figure che gli sfondi architettonici acquisirono una leggerezza tipicamente rococò. Verso la fine del quinto decennio del secolo egli spesso soppresse tali incorniciature per conferire maggiore libertà ed asimmetria alla composizione. Fu in tale periodo ch'egli lavorò ad Amorbach ed ebbe la possibilità di studiare direttamente alcune tra le ultime opere di uno dei maggiori pittori italiani del Rococò, Giovan Battista Tiepolo. Da tale esperienza derivò a Gunther una pittura ancor più ariosa e leggera anche sotto il profilo cromatico. Malgrado la spietata concorrenza di altri cospicui rappresentanti della fiorente scuola pittorica della Germania del Sud, le commissioni piovevano nella sua bottega e provenivano dai grandi monasteri della Baviera e della Svevia, nonchè da alcuni ragguardevoli committenti privati. Gunther fu eletto condirettore dell'Accademia di Augsburg nel 1762 e conservò tale incarico per ventidue anni; morì nel 1788, due anni dopo la scomparsa del suo unico figlio.